lunedì 23 febbraio 2015

Group Leader #2

Quindi, dopo lunghe attese e qualche rischio di troppo, arrivammo infine alla struttura.

Il villaggio dove eravamo alloggiati mi era stato descritto al telefono dal tizio dell'agenzia che ci aveva assunti come "Una albergo 4 stelle in Sicilia, sul mare, stupendo, la nostra struttura più bella in assoluto, andare lì è un colpo di fortuna enorme!", e quindi, diciamo, ero piuttosto gasato all'idea!

Peccato che, una volta arrivati, cominciano a sorgere i primi dubbi...
Tipo: dov'è il mare?
Ma banalmente, eh!

Salta fuori che l'albergo è nell'entroterra, e che per andare al mare si deve prendere la navetta, perché la spiaggia è a circa quindici/venti minuti di autobus.
Bene...

Poi, le camere.
Può essere che a noi, essendo una colonia molto low cost, avessero rifilato la parte più scrausa del villaggio. Può benissimo essere.
Ma le camere dove alloggiavamo noi non erano quelle di un albergo quattro stelle. Ma nemmeno tre!
Che poi alla fine me ne fregava poco, nel senso... In camera ci stavamo sì e no a dormire, per il resto eravamo sempre in giro.
Al nostro gruppo era stato assegnato un lotto di 4 bungalow, ognuno delle quali con 8 appartamenti, due davanti al piano terra, due sul retro al piano terra, e quattro al primo piano, a cui si accedeva da una scala situata sempre davanti alla palazzina.
Per un totale di 32 camere, tra doppie e triple.
Il Responsabile Struttura, aka Capo Villaggio (Da qui in poi #CV) fece in modo di distribuire lo staff tra tutte le 8 facciate, nei limiti del possibile. Il risultato finale fu che:

Palazzina 1: fronte (Infermiere+Responsabile Attività Sportive), retro (Edhel+#GLBergamo).
Palazzina 2: fronte (#GLRoma+#GLMonza)
Palazzina 3: fronte (#GLBologna+Insegnante Madrelingua)
Palazzina 4: retro (#GLBari+#GLNapoli)

Il medico aveva una camera singola nella palazzina di fronte, mentre la camera accanto era l'infermeria, in modo tale da essere lì nel minor tempo possibile, mentre #CV e la Coordinatrice (Fidanzata di CV) avevano una camera sul fronte della palazzina 3, però loro nei momenti di "riposo" entravano in camera e chi s'è visto s'è visto (tranne quando andavano a farsi i giri in bici).

La giornata consisteva in:
Ore 8: Sveglia
Ore 8.15: Ci si avvia verso la colazione
Ore 9: Attività Sportive + Piscina
Ore 12: Ci si avvia verso pranzo
Ore 14: Riposo
Ore 16: Attività Sportive + Piscina
Ore 18.30: Ci si avvia verso le camere
Ore 19: Riposo
Ore 20: Ci si avvia verso cena
Ore 21:30: Si va in piscina per l'animazione
Ore 23:30: Si torna alle camere
Ore 24: Tutti a letto, inizia la guardia del notturno.

Con il proseguo, per noi Group Leader
Ore 24-4: Si chiacchiera, beve birra e si fa compagnia al notturno.

Sulla carta bellissimo, anzi, estremamente organizzato, soprattutto visti certi soggiorni in cui sono finiti i miei amici con cui ho fatto il bando (Uno di loro, addirittura, è finito in un posto dove tutte le attrezzature sportive necessarie sono arrivate la seconda settimana!), il problema è che:

1) Tra le camere ed il ristorante c'è un chilometro a piedi in salita (Sull'asfalto)
2) Tra il ristorante e le varie aree per lo sport (Campo di calcio, da pallavolo, da basket) c'è un chilometro e mezzo (Stavolta in piano) (Ma sempre sull'asfalto). Giusto il tennis si salva.
3) Tra il ristorante e la piscina c'è un chilometro e mezzo (etc etc).

Quindi le distanze rendevano difficili gli spostamenti, soprattutto perché bisognava spostare una mandria di 70 ragazzini.
Che sono lenti..... Ma non avete idea.

Okay, detto questo, iniziano i primi problemi.
Ovvero che qualcuno dello staff ha avuto il posto perché ha vinto alla lotteria, sennò non so spiegarmi come abbia fatto a finire lì.

Iniziamo dall'infermiere: questo ruolo, assolutamente fondamentale in una situazione in cui hai 70 ragazzini che corrono, urlano e fanno i cretini, soprattutto quando ci si divide, e da una parte va il medico e dall'altra lui, era ricoperto da un imbecille di dimensioni colossali.
Esempio: secondo o terzo giorno, una ragazza non si sente bene mentre è in acqua. #GLNapoli, che è vicino si tuffa, la recupera, la porta su una sdraio e chiama l'infermiere.
Questo arriva (con calma), guarda la ragazza, che non è che stia proprio benissimo, e sentenzia "No, ma adesso sta bene, lasciala lì".
Arrivata la dottoressa, le viene riportato l'incidente, fa due controlli e, a quanto pare, era stata una piccola congestione.

Qualche giorno dopo, una ragazza cade, e picchia la testa. Niente di grave, la si porta dall'infermiere, che la guarda, terrorizzato all'idea di dover agire. Dà un'occhiata alla testa, e dice "No, è solo una botta".
Dopo qualche minuto la ragazzina in questione si porta una mano alla ferita, e se la trova insanguinata! Spaventatissima viene da noi, che la portiamo dall'infermiere. La sua dichiarazione è agghiacciante.
"Vabbè, è solo un taglio, cosa vuoi che possa farci?".

Dico sul serio. Fortunatamente subito dopo è arrivata la dottoressa, che ha medicato la ferita, e sistemato tutto.
Però capite quanto noi potevamo fidarci di una persona del genere, che era l'infermiere! I ragazzi poi, capita l'antifona, hanno cominciato a non fidarsi nemmeno loro di lui, e quindi questo idiota (Che tra l'altro avrà spiccicato tre parole con noi in tutto il soggiorno) ha finito per farsi due settimane di vacanze gratis senza lavorare (Nonostante la dottoressa facesse di tutto per farlo rendere utile, salvo poi arrivare anche lei ad ammettere, dopo che si dimostrò capace di non sapere nemmeno mettere un cerotto correttamente, che si trattava di un coglione senza speranza [cit]).

Che alla fine ci è andata anche bene: non abbiamo avuto infortuni gravi (il peggio è stata la suddetta botta alla testa), e la dottoressa era in gamba e disponibile, quindi tra il non avere il medico ed il non avere l'infermiere direi che è meglio la seconda opzione.
#GLRoma, #GLBari e #GLMonza, che erano stati lì anche l'anno scorso ci hanno raccontato che in quell'occasione era successo il contrario: infermiere disponibile ed in gamba, e medico che non c'era mai perché di notte era a fare i festini con le cameriere russe (!!!!).
Non sto scherzando.

[continua...]

lunedì 16 febbraio 2015

Group Leader

Come già accennato nel post precedente, quest'estate ho avuto la fortuna di poter fare da group leader in una colonia estiva.

Ho passato due settimane in un resort in Sicilia a tenere d'occhio un gruppo di ragazzini tra gli undici ed i quattordici anni. Settantadue ragazzini, per la precisione, e ne ho viste veramente di tutti i colori.

Nello staff della colonia eravamo in quattordici: sei group leader, un notturno, il capo villaggio, la coordinatrice, il medico, l'infermiere, l'insegnate di madrelingua ed il capo attività sportive, ed i ragazzi erano divisi in gruppi di dieci, ognuno assegnato ad uno di noi.
Il notturno invece era colui che doveva passare le notti sveglio, ad assicurarsi che i ragazzi non facessero i cretini, e che gli "esterni" non cercassero di infilarsi nelle camere.

Eccessivo? Forse...
Però immaginatevi la mia faccia quando alla riunione di presentazione del lavoro i capi della società che ci ha assunto ci hanno detto che il rischio più grosso che c'è è che si torni in più di quanti si è partiti.
Un tizio ha alzato la mano, obiettando "Ma scusi, hanno tredici anni, cosa potranno mai fare?"
...
Non sto a raccontarvi gli episodi citati, soprattutto perché non riesco a concepire com'è che a quell'età io ancora giocavo con la lego ed ai pokémon, mentre oggi tentano tutti di infilarsi nel letto della coetanea (Avete tredici anni! TREDICI!), però credetemi.. Anche perché gli altri Group Leader, che l'anno precedente erano stati in quello stesso posto, mi hanno raccontato di rischi piuttosto grossi corsi l'estate prima, a cui hanno assistito di persona, e di eventi piuttosto spiacevoli avvenuti negli anni precedenti, ai quali per fortuna non hanno assistito, ma gli sono stati raccontati dal capo villaggio.
Che sia colpa di Moccia?

Comunque... Il viaggio per raggiungere il posto è stato abbastanza travagliato: mi è stato assegnato il gruppo di ragazzi provenienti da Bologna e Firenze, nonostante io sia da tutt'altra parte, ed avrei dovuto farmi trovare a Bologna alle 6.45 del mattino (!!!).
Fortunatamente una coppia di amici di Bologna mi hanno gentilmente ospitato per la notte, e quindi ho potuto recuperare il primo gruppo di ragazzini.

Uno.
Cioè, voi mi fate svegliare alle cinque e mezza per recuperare un ragazzo? Non potevate organizzare un punto di ritrovo comune?

Vabbè... Si prende il treno, e si va verso Firenze, dove avrei dovuto recuperare il secondo gruppo di ragazzini, composto da... ben due persone! (Cominciate a vedere il trend?).

Avendo noi solamente un quarto d'ora di tempo per scendere, trovare i ragazzi, far firmare i document ai genitori, salutare i suddetti e zompare sul treno successivo, potete immaginare il mio smarrimento quando, chiamando i genitori dei due fiorentini, questi mi spiegano che sono al McDonald's a fare colazione.
Coosa?!

Arriviamo a Firenze, e salto al volo dal treno, cercando il maledetto McDonald's, mentre con un occhio cerco di capire dove avrei dovuto prendere il treno successivo, perché non so se ci siete mai stati, ma la stazione di Firenze non è che sia propriamente piccola. Fortunatamente viaggiavamo in Freccia Rossa, e quindi i binari sono sempre quelli. Recupero i ragazzini (Due fratelli che avranno spiccicato tre parole in due settimane), salto sul treno per Roma e viaaaaa!

A Roma, infatti, avrei dovuto incontrarmi con un'altra Group Leader, romana, che avrebbe aggiunto al mio gruppo i suoi diciannove ragazzi, per poi prendere finalmente un aereo in direzione Sicilia.
Peccato che la povera Group Leader di Roma, da qui in poi #GLRoma doveva prima recuperare un ragazzino da Perugia, e che a differenza nostra non viaggiava sui Freccia Rossa.

Mi arriva infatti una telefonata:
#GLRoma: "Edhel, ciao, c'è un problema. Il treno fa ritardo, non so se arrivo in tempo per l'orario di ritrovo. Nel caso, recupera tu i ragazzi e fai firmare i moduli"
Edhel: "Okay, fammi sapere".

Nel frattempo, anche il nostro treno sta perdendo tempo, ed arriva a Termini giusto con quel ritardo da perdere il regionale per Fiumicino.

Edhel: "Abbiamo fatto ritardo anche noi, non arrivo in tempo in aeroporto"
#GLRoma: "Cazzo, noi abbiamo un'ora e mezza di ritardo. Spero di riuscire a prendere il prossimo per Termini"

Vorrei sottolineare che #GLRoma aveva tutti i nostri biglietti aerei, e che quindi senza di lei non sarebbe stato possibile fare il check in. E che dovevamo farlo per ventiquattro persone!

Riesco finalmente a prendere il treno per Fiumicino, ed arriviamo in aeroporto con un ritardo di quaranta/cinquanta minuti sull'orario concordato... Che non sarebbe un grosso problema per me, ma era un enorme problema per tutti i genitori che erano in attesa di noi per affidarci i ragazzi!

Fortunatamente all'agenzia era presente uno dei grandi capi, che ha preso ed è volato in aeroporto (L'agenzia è di Roma) ad accogliere lei i ragazzi, e con la stampata dei biglietti per fargli fare il check in.
Okay, ce la possiamo fare.... L'unico problema è che #GLRoma è in ritardo abissale, c'è il rischio non riesca nemmeno a prendere l'aereo!

Arriva al pelo circa dieci minuti prima della chiusura dell'imbarco, ed in un qualche modo riusciamo a salire sull'aereo per Catania, dove ci aspetterà il nostro bel pullman per trasferirci nella struttura...
...
...
...

Magari.

Appena atterrati a Catania, infatti, ci viene detto che dovremo aspettare un'oretta, perché doveva atterrare l'aereo con il Group Leader di Bergamo, da qui in poi #GLBergamo.
Vabbé, aspettiamo. Finalmente atterra, con due ragazze di Venezia, e siamo pronti a trasferirci nella struttura!
...
...
...

Come no.
Ci viene detto che, in effetti, avendo un solo pullman ed essendo il villaggio ad un'ora e mezza di macchina dovremo aspettare ancora novanta minuti, perché sarebbe atterrato il gruppo con il Group Leader di Napoli. E vabbè, si aspetta.
Atterrato #GLNapoli, siamo finalmente pronti a trasferirci nella struttura!
...
...
...

O forse no?
Ci dicono che, dato che abbiamo aspettato già due ore e mezza tanto vale aspettare ancora un'oretta che arrivi anche l'aereo con il Group Leader di Bari, da qui in poi #GLBari.
Okay, facendo due conti, siamo sette group leader: io, #GLRoma, #GLBergamo (Il notturno), #GLNapoli, #GLBari, #GLBologna e #GLMonza.
A questo ritmo forse per la notte saremo in albergo, ma non ci giurerei.
Soprattutto perché i ragazzini si stanno leggermente rompendo i maroni, e stanno iniziando a scassarli a noi.
In particolare, una ragazza di Roma è una rompicoglioni di dimensioni epocali, continua a tempestarci di domande ed a lamentarsi che lei si sta annoiando, che lei vuole andare in albergo, che noi avevamo promesso che per il tardo pomeriggio saremmo arrivati...
A rotazione, a tutti i Group Leader, ogni cinque minuti.
E credetemi, non ha rotto niente a confronto a quanto fatto nei giorni successivi.

Finalmente atterra il gruppo di Bari, e dato che #GLBologna e #GLMonza sarebbero atterrate entrambe piuttosto tardi ci siamo finalmente imbarcati sul pullman per l'albergo, arrivando giusto per cena e per l'assegnazione delle camere.
Stanchi morti già dopo il primo giorno.

[continua...]

martedì 10 febbraio 2015

As the Time Goes By

Come accennato nel post precedente, negli ultimi mesi ho cominciato a lavorare, e l'ho fatto in un ambito che ha veramente poco a che fare con quanto ho studiato.

Come ho fatto a finire alla sicurezza informatica di un'azienda?

Beh, in realtà è stato più un caso che altro. Un mio amico, che lavora in una società di consulenza, mi tempo fa mi disse che la sua società stava cercando dei ragazzi per uno stage, e se per caso conoscevo qualcuno (preferibilmente ingegnere informatico) per questo lavoro.

Ingegneri informatici non ne conosco (A parte mio fratello, ma è al primo anno, quindi dubito seriamente potesse andar bene), e dunque ho deciso di provare a mandare il mio curriculum, pensando "A stare a casa tutto il giorno a studiare sempre gli stessi due esami impazzisco. Proviamoci, alla peggio mi dicono di no".

E fu così che mi fu chiesto di presentarmi a #Grandecapoluogo per il colloquio.
Premetto che prima di allora non avevo mai indossato una cravatta in vita mia, né tanto meno una giacca, ma essendo consulenti, bisogna avere un certo portamento -raccomandazioni del mio amico-, e dunque è necessario presentarsi in un certo modo.

Ergo: pantaloni, giacca, cravatta e via.

Dopo un lungo viaggio, ed essere arrivato quasi con un'ora di anticipo, via al colloquio.

Mi viene spiegato lo scopo dello stage: l'azienda per la quale lavorerò ha attuato un grosso progetto di sicurezza dei dati aziendali, e quindi dovrò occuparmi di analisi dello stato delle cose, rilevare eventuali problemi e riferire, in modo che il mio superiore possa poi discutere con il cliente su come correggere la situazione.

Informatica, ma non in maniera eccessiva, e soprattutto non fondamentale per il lavoro.

Bene, finisce il colloquio, e me ne torno a casa, comunque non convintissimo di essere preso. Anche perché la società per cui ho appena fatto il colloquio è appena stata comprata da #MegaSocietà, un'altra azienda, per cui è possibile che io debba fare un secondo colloquio con l'HR di quest'altra, che però pare richiedere un certo livello, e che quindi difficilmente avrebbe accettato uno stagista proveniente da tutt'altra area universitaria, e che soprattutto non ha ancora finito l'università.
Inoltre, a detta dell'intervistatrice, avevano bisogno dello stagista "Per ieri", e quindi mi avrebbero fatto sapere a breve giro di posta.

Passata quasi una settimana, è facile capire il mio stupore quando mi suona il telefono, e sento dirmi "Pronto, #Edhel? Ciao, sono #Casinaro, di #Megasocietà. Potresti essere domani in sede da noi per firmare il contratto, così da poter partire dopodomani sul cliente?"

....wut?

Salta fuori che questi avevano deciso di prendermi, comunicandolo a #Megasocietà, che avrebbe dovuto premurarsi di avvisarmi, cosa che ovviamente non hanno fatto (da qui #Casinaro, ma questo è quasi il meno di quanto ha combinato successivamente).

Sta di fatto che da un giorno all'altro mi sono ritrovato Consulente per la Sicurezza Informatica, assieme ad un altro ragazzo, Ingegnere Informatico almeno lui.

Parecchia casualità e molta fortuna (Pare che inizialmente volessero prendere solo una risorsa, come gli piace chiamarci, salvo poi decidere che era meglio due, e quindi hanno preso un ingegnere informatico e qualcuno che avesse già un po' di esperienza di lavoro, ovvero il mio famoso stage di due anni fa) mi hanno dato questa opportunità, che dura ormai da quasi cinque mesi.

Oltre a questo ho fatto anche un'esperienza particolare quest'estate: sono stato group leader in una colonia estiva, un'esperienza devastante, ma che mi ha dato tantissimo, e che spero di poter rifare in futuro, anche se molto dipende dal lavoro.

Mi ha comunque dato anche parecchio materiale per questo blog, ed anche solo per quello ne è valsa la pena.

sabato 7 febbraio 2015

Riproviamoci

562.

Cinquecentosessantadue giorni.

Un anno, sei mesi e spiccoli dall'ultimo mio post su questo blog.

In questo tempo sono cambiate moltissime cose (Painful reminder to self: aggiornare l'età nel profilo a fianco), alcune in meglio ed altre in peggio.

È curioso. Sono almeno due settimane che sto ponderando l'idea di ricominciare a scrivere qui. Ho pensato a cosa avrei scritto, a come sarebbe stato riprendere in mano questo blog, ed ora che sono qui ho la più classica delle sindromi da blank slate.
Non so cosa scrivere, a parte banali luoghi comuni come da sopra.

Quindi ho deciso di mettere una foto di un cucciolo di pinguino, così tanto per.


Okay, idiozie a parte... Ho deciso di ricominciare a scrivere soprattutto perché spesso, in questi cinquecentosessantadue giorni, sono tornato a leggere quanto fatto qui.
Ed ogni volta pensavo "Ma perché ho smesso?"

Perché? Beh... Tempo, voglia, mancanza di argomenti.
Ero in un periodo della mia vita di crisi unversitaria abbastanza profonda, passavo le mie giornate chiuso in casa a (provare a) studiare, e basta. Di cosa avrei potuto parlare?
Poi ho fatto anche l'errore, nonostante l'avvertimento di Mika Ela, di scaricare un certo gioco, quindi nel tempo libero dicevo "Perché stare a spaccarmi la testa cercando di inventarmi qualcosa da scrivere, quando posso fare una ranked?" (Risposta: perché almeno non ti mangi il fegato).

E via, una cosa tira l'altra, passa un mese, ne passano due.... E alla fine ne sono passati 18 (e spiccoli).

Adesso ho deciso di riprovarci, pur non sapendo se anche questa volta mi perderò via (Come mia tendenza a fare), oppure se riuscirò a portare avanti questo blog come vorrei, però almeno un tentativo vorrei farlo.

Inauguro dunque oggi, 7 Febbraio 2015, per la seconda volta, il mio blog.
It's a Natural Disaster.

E, dato il tempo passato, mi sembra giusto presentarmi di nuovo, o quantomeno fare un breve recap di quanto successo in questo anno e mezzo.

Sono Edhel, 25 anni, e vivo nel Nord Italia, a #Cittàadaltezzavariabile. Studio Economia, e mi spiace non poter dire "e nel tempo in cui non mi sono fatto vivo mi sono laureato". Purtroppo sono ancora fermo agli ultimi due maledettissimi esami.
Però da cinque mesi a questa parte sono riuscito a trovare un lavoro, e la cosa mi soddisfa parecchio. Sono stato assunto (inizialmente in stage, che poi è stato rinnovato, e ad Aprile mi diranno se verrò assunto o meno) da una nota società di consulenza, e dislocato sul cliente, una grossa azienda multinazionale, nel ruolo di consulente per la sicurezza informatica.

Sì, so anche io che poche righe sopra ho scritto di star studiando Economia. Cosa c'entra il mio lavoro con quello che ho studiato? Un tubo, probabilmente. Però mi piace, e mi pagano.
Quindi per adesso va benissimo così.

Nel segno della continuità, annuncio che #Morosa è sempre la mia morosa, e che quindi fortunatamente non ci sono stati scossoni da quel punto di vista.

E poi... A livello macro direi che più o meno è tutto. Il fratello in America è tornato a casa, ed ora studia a Milano, l'altro fratello studia a #Cittàadaltezzavariabile, gli amici ci sono sempre, e gli In Tormentata Quiete hanno fatto un nuovo album (In ordine crescente di importanza).
A livello micro... Beh, ne parlerò più avanti.

Beh, vediamo. Se entro domani alle tre non avrò cambiato idea, questo post verrà pubblicato. Ed allora vedremo, chissà se avrò la costanza di mantenere questo blog in questa sua seconda vita.
Spero vivamente di sì.

E nel frattempo, grazie in anticipo a chi vorrà tornare a leggermi.

Cordiali salut...Ehm, scusate... Abitudine!

I gattini sono mainstream!

mercoledì 24 luglio 2013

Suspension of Disbelief

"La sospensione dell'incredulità  è un particolare carattere semiotico che consiste nella volontà, da parte del lettore o dello spettatore, di sospendere le proprie facoltà critiche allo scopo di ignorare le incongruenze secondarie e godere di un'opera di fantasia"

Questa è la definizione di sospensione dell'incredulità secondo wikipedia. Per spiegarla meglio, è il motivo per il quale se noi vediamo, leggiamo o giochiamo qualcosa che non sia un esatta ricostruzione storica, apprezziamo comunque l'opera, nonostante sia evidentemente irrealistica.
Si tratta del motivo per cui vedendo Resident Evil non passiamo il film dicendo "Che cavolata, ci sono gli zombie, è impossibile che esistano". Perché in quel momento abbiamo accettato che gli zombie esistano.
Però si tratta sempre di accettare che qualcosa di inesistente sia valido, e per questo non è sempre così facile da creare e mantenere, anzi. Più i temi trattati si allontanano dalla realtà quotidiana, e più l'autore deve stare attento a rendere la sua opera credibile, veritiera e logica.
Perché, se può essere facile mantenere la SdI in un racconto poliziesco, in un fantasy od in uno Sci-Fi è decisamente più difficili: bisogna creare un mondo coerente, fissare delle regole ben definite in modo che il lettore/spettatore/giocatore abbia bene in mente il contesto in cui ci si muove. E queste regole devono essere fisse e chiare.
Perché, se a metà Resident Evil avessero deciso che gli zombie, in un momento in cui magari gli umani li avevano messi in scacco, fossero anche intelligenti, quindi piegando le regole per necessità di trama, allora la SdI va a quel paese.
Il mondo non avrebbe più regole coerenti e credibili. Avrebbe regole valide fino a che all'autore non fa comodo cambiarle. E non c'è modo migliore di questo di spezzare la Sospensione dell'incredulità.

Per questo gli autori devono stare attenti ai cosiddetti "plot holes", i buchi della trama: delle cose non spiegate e che se analizzate, rendono incoerente il racconto.
Se il plot hole è minore, ed il resto dell'opera è coerente allora si può sorvolare, nessuno è perfetto.
Ma se i buchi cominciano ad ammassarsi l'uno sull'altro, magari andando contro a delle regole stabilite in precedenza allora la cosa diventa un problema.
E questo vale doppiamente in un film: un libro, un videogioco, sono lunghi. Si ha molto tempo per spiegare bene il background, l'ambientazione, le regole. L'autore può dedicare capitoli interi solo a mettere bene in chiaro le regole, e magari anche sovvertire alcune di esse, se la cosa è credibile.
Sempre nell'esempio sopra: se la Umbrella decidesse di potenziare il virus per rendere gli zombie intelligenti, allora l'evoluzione degli stessi sarebbe fattibile. Certo, uno potrebbe chiedersi come mai anche i "vecchi" zombie si sono evoluti, dato che loro erano infettati dalla versione precedente del Virus T, ma sarebbe un plot hole "minore".
Un film, invece, è molto più corto.
Non si può perdere mezz'ora per spiegare l'ambientazione, perché poi si avrebbe poco tempo per il resto del film (Senza contare che sarebbe abbastanza noioso avere mezz'ora di narrazione). Le regole, in un film, devono essere spiegate in fretta, e se possibile in maniera interessante.
E, soprattutto, è difficile che vengano cambiate, perché il tempo a disposizione è troppo poco per spiegare in maniera approfondita il cambiamento.
Certo, in caso di una serie di film, o di una serie TV allora la questione è diversa, ma qui sto parlando principalmente di film "one-shot".

Tutto questo per dire che, ieri sera, sono andato a vedere Pacific Rim.


(Cercherò di essere Spoiler-free, dovessi rendermi conto di spoilerare qualcosa metterò un avviso)
Questo film, che a quanto ho letto è considerato da tantissime persone un capolavoro, ha avuto su di me effetto ambivalente.
Da un lato effetti speciali da paura, dal punto di vista visivo è un capolavoro.
Ma la trama... Dio santo.

Va bene la sospensione dell'incredulità. Va bene che è un film di robottoni che si menano. Va bene tutto.
Ma qui ci sono talmente tante contraddizioni nel bel mezzo della trama, di regole che vengono cambiate quando fa più comodo, di buchi nella trama enormi, che dopo mezz'ora di film non riuscivo nemmeno a godermelo, tanto il contorno non aveva senso.
Continuavo a chiedermi "Ma...Perché?".
E quando, vedendo un film di fantascienza lo spettatore continua  a chiedersi "Ma...Perché?", significa che tu, o regista, hai sbagliato qualcosa.
La scelta degli sceneggiatori, ad occhio e croce.

Evangelion. Premetto che a me non piace. La serie originale mi ha interessato fino a metà, poi mi è scaduta nel noioso, fino al WTF?? degli ultimi due episodi.
Ma almeno aveva una sua logica, era credibile e coerente con le regole che si è dato.
Quando succedeva qualcosa di nuovo, era qualcosa che ci stava. Non dicevo "Ma com'è possibile?", perché nell'ambito di quel mondo andava bene.

Pacific Rim no. Personaggi stereotipati e banalissimi (da Oscar i due russi, che non spiccicano una parola una), nemico che ha come unica spiegazione "Perché sì!!", e quando si scopre la vera motivazione si sarebbe preferito non saperlo, robot che si ricordano di avere la super-mega arma solo dopo un'ora e mezza di combattimento, questo per evitare di morire e far finire prima il film, no, aspetta... Questo per necessità di trama, No, nemmeno questo suona bene.
Questo per... Questo per... Perché sì!!!
Vorrei entrare un po' più nel dettaglio, ma purtroppo ho deciso di parlarne in maniera spoiler free, mannaggia a me.

Vedo, tra l'altro, che in internet tanta gente ritiene che queste, perdonate il francesismo, minchiate non si debbano guardare, perché si tratta di un film ispirato ai cartoni animati giapponesi sui robottoni, e che quelli non avevano senso.
No.
Semplicemente no.
Perché una cosa è un cartone animato anni '70, un'altra è un kolossal del 2013. Se davvero volevi fare una cosa così, allora non dovevi prenderti tanto sul serio. 
Perché un altro grosso problema di Pacific Rim è che si prende davvero maledettamente troppo sul serio. La parte comica "sarebbero" i due scienziati, ma dopo un po' che li si vede sullo schermo si comincia a tifare per i mostri.
E, per riprendere l'esempio sopracitato, Evangelion aveva un senso. Pacific Rim è un'idiozia da guardare a cervello spento.
Perché non nego che in quel caso potrebbe essere anche un bel film.Ma se ci si sofferma a pensare alla trama, beh... Addio!




(E vi prego, non partite con "Ma Evangelion è bellissimo, come fa a non piacerti?". Lo so già, è la serie preferita di #Morosa, e ora ci stiamo anche guardando il Rebuild. Ma oh, a me non è proprio piaciuto!)

(Ecco una recensione molto comica fatta da un blogger che seguo. Occhio che è uno spoiler unico! E soprattutto, occhio a dove aprite il blog, perché l'impaginazione è decisamente NSFW
http://bagniproeliator.blogspot.it/2013/07/la-vera-trama-di-pacific-rim.html)

venerdì 24 maggio 2013

The Overlord


13 Giugno 2018

Apro la porta, e, come tutti i giorni, mi accoglie il silenzio. Ma so che si tratta solo di un illusione. Casa mia non è vuota. Non lo è mai stata, da quel giorno.
Faccio qualche passo nel buio, nella speranza di riuscire, una volta nella vita, a non essere visto. L'oscurità mi avvolge, mentre avanzo lentamente nel corridoio che porta alle camere. Cammino lento, silenzioso. Non voglio fare rumore.
Un passo dopo l'altro avanzo, vedo la porta, e per una volta mi illudo di essere riuscito ad evitarlo. Avanzo lentamente. Non ho idea di cosa riuscirò a fare una volta che avrò raggiunto la camera. Ma solo l'idea di riuscire a fregarlo mi spinge a provarci. Un altro passo, la porta della camera è a due metri.
Un altro passo.

Ed improvvisamente una suadente voce femminile riecheggia “Bentornato. Cosa posso fare per te?”
Mi paralizzo. Come ha fatto a vedermi? È nel salotto! Poi sento una vibrazione in tasca. Ci infilo la mano, e vedo il mio smartphone che si è illuminato, con il SUO logo, una croce, e la scritta “Welcome”.
Illuso, illuso, illuso. Come potevo sperare di evitarlo, quando tutti i maledetti aggeggi elettronici di questa casa sono collegati a LUI?
Accendo la luce, ormai è inutile stare al buio, e per un attimo ho l'istinto di gettare lo smartphone contro il muro. Ma che colpa ha lui? Alla fine sono stato io a costruire questo sistema. Sono stato io a cascarci, come tutti gli altri esseri umani del pianeta.
Se LUI è qui, la colpa è solo ed esclusivamente mia.

Arrivo in camera, e mi libero degli abiti da lavoro. Per l'ennesima volta ho fatto di tutto per tornare a casa il più tardi possibile. Straordinari, uscita a cena, uscita con gli amici senza mai passare da casa... Anni fa non l'avrei mai fatto, ma pur di non trovarmi vicino a LUI sono disposto a saltare tutte le docce che sono necessarie.
Ma non poteva durare. Ogni mezz'ora che passavo lontano da casa, il telefono nella mia tasca vibrava. Ero senza volume, e mai una volta l'ho tirato fuori dalla tasca. Ma sapevo chi era.
E vedevo nelle persone accanto a me il mio stesso disagio. Eravamo tutti nella stessa situazione, ma non potevamo parlarne. Perché LUI ci sente. Lui ci vede. Lui sa tutto.

Benvenuti nella realtà 2.0. Una realtà in cui tutti girano con uno smartphone, dove tre quarti delle persone hanno gli occhiali a realtà aumentata di Google, sempre connessi ad internet, e quindi a LUI, e quasi ogni singola persona possiede un orologio di Apple. Connessione alla rete a velocità altissima 24 ore su 24, con il telefono, il lettore Mp3, gli occhiali, l'orologio, il libro.
Ma, come diceva Mark Twain, se guardi troppo a lungo nell'abisso, allora l'abisso guarderà te.
E ormai non siamo solo noi ad essere sempre collegati alla rete. È la rete ad essere sempre collegata a noi. E quindi LUI, a casa, sa sempre dove sono, con chi sono, cosa dico... Manca solo cosa penso, ma temo sia questione di tempo. Ho sentito ieri alla TV che Apple sta studiando un nuovo iPhone che funziona con il pensiero.

Esco dalla doccia, impiegando tutto il tempo possibile, e l'occhio mi cade sull'orologio digitale appeso in bagno. Sono le 11.15. Forse stasera, con la scusa che devo dormire, riesco ad evitarlo.
Vado in salotto, e LUI è lì.
Gli avevano dato un nome, ma ormai per tutti è, sottovoce, l'Overlord. Ma solo perché il Grande Fratello era già preso, e Skynet sotto copyright.
Sento i suoi occhi invisibili seguirmi, mentre entro nel salotto, e mi siedo davanti a LUI.
La voce di prima suona nuovamente, questa volta proveniente direttamente dalla macchina, e non ritrasmessa tramite altri dispositivi.

“Benvenuto. Cosa posso fare per te?”

Esito un attimo, nel timore che si sia già avviata da sola, ma no. La macchina è spenta. Se si fosse accesa sarebbe stata la fine, non avrei potuto fare altro che usarla.

“Ehm... Sai... Stasera sono piuttosto stanco, pensavo di andare a dormire”

“Sono le 11.15, tu non vai mai a letto prima delle 12.30. Hai un'ora ed un quarto di tempo libero. Io sono qui per aiutarti a godere al meglio del tuo tempo libero. Cosa posso fare per te?”

Sento un brivido lungo la schiena. Sento il suo sguardo su di me, e per un attimo la tentazione di sfasciarla è quasi irresistibile. Ma poi riesco a trattenermi. Se la rompessi per me sarebbe la fine.

“Vuoi vedere un film? Vuoi leggere un libro? Vuoi ascoltare musica? Vuoi giocare ad un gioco?”

Considero le mie opzioni: il libro perlomeno mi permetterebbe di stare lontano da LUI, anche se so che sarebbe sempre lì a controllarmi tramite l'iPad. Però c'è quel piccolo problema dei 50 centesimi da pagare ogni 10 pagine che mi rende impossibile leggere in pace. Libri cartacei ormai non esistono più.
Per il film è ancora peggio. Visto che sono in ritardo con il pagamento come utente Oro, mi tocca subirmeli con pubblicità che spuntano da ogni lato, ed ogni quarto d'ora devo aspettare cinque minuti oppure pagare un euro.
Musica? I CD che avevo in camera e che collezionavo sono stati eliminati da quando il Governo ha deciso che tutti i supporti che non fossero informatici andavano eliminati per problemi di spazio, quindi avrei l'iPod, ma ora che il supporto è digitale e basta, le case discografiche non vendono più i dischi. Vendono il diritto di ascoltarli. Tu paghi, e puoi ascoltare l'album una volta. Lo vuoi risentire? Sgancia un'altra volta.

Esito nuovamente. Forse potrei giocare, ma tutti questi nuovi sistemi pay-to-play, con DRM continui e microtransazioni ogni cinque minuti mi danno il vomito.
Da quando l'Overlord è in giro, inoltre, scaricare è impossibile. Perché controlla anche il tuo computer. Ho sentito dire che qualche fortunato con Linux è riuscito ad evitarlo, ma probabilmente sono solo leggende metropolitane per illuderci che sia possibile scappare.

Ed improvvisamente, una luce verde si accende davanti a me, e l'Orverlord prende vita. Maledetta, di nuovo! Mi costringe a giocare!

“Ma io non avevo detto di accenderti!”

“Tra un'ora dovrai andare a letto, mi sembrava giusto non farti perdere tempo”

“...”

“Ti ricordo che questo è il ventinovesimo avvio questo mese. Dopo il trentesimo ti verrà automaticamente scalata la cifra per sbloccarmi di nuovo, e permetterti di continuare ad usufruire dei miei servizi”

Dimenticavo. L'abbonamento non è più mensile, è ad avvii. Per fare in modo che una volta acceso tu sia costretto ad usarlo. Se crasha ti viene da piangere, se si impalla e si riavvia da solo continuamente vorresti gettarti dal terrazzo.

Ho sentito di gente che ha provato a trasferire tutti i soldi della carta di credito da quella registrata ad una nuova. In alcuni casi, LUI è riuscito in qualche modo ad avere i dati della nuova carta. In altri casi, invece, chi non ha pagato si è trovato i pignoratori sotto casa. Che ovviamente hanno portato via il frigorifero, il microonde, il forno. Ma non LUI, né nessuna delle altre appliances che utilizza.
Non si scherza con le grandi multinazionali.

Una ricerca dell'Economist ha scoperto che le famiglie, in media, spendono quasi 600€ al mese in “intrattenimento”; ovvero tutti i servizi legati e controllati dall'Overlord. Perché ormai tutto quello che una volta potevi fare gratuitamente, è gestito da lui. E paghi.
Vuoi vedere il telegiornale? Paghi. Vuoi leggere il giornale? Paghi. Vuoi vederti un film? Paghi. Vuoi fare una partita ad un gioco che hai già acquistato? Paghi.
L'Economist dice anche che, nonostante una spesa ormai così alta, il tempo libero delle persone è sempre meno, perché fanno di tutto per evitare casa propria. Lavorano ore extra senza retribuzione, fanno volontariato, lavori secondari...

Com'era naïve Orwell. Il suo Grande Fratello era imposto.
Noi, il nostro fardello, ce lo siamo creati noi. L'abbiamo comprato con gioia. L'abbiamo messo nei nostri salotti. E abbiamo capito cosa avevamo fatto solo quando era ormai troppo tardi.

La luce verde davanti a me si affievolisce un attimo, mentre la voce scandisce ritmicamente il suo ritornello.

Cosa posso fare per te?”

Non posso scappare. Non posso evitarla. Io gli ho dato le chiavi della mia vita, credendo fosse un supporto per migliorarla.
Lui se l'è presa.
Non posso sfuggire al suo sguardo, sempre acceso nonostante lui sia spento. E sempre connesso ad internet.

Se ripenso all'entusiasmo che avevo provato la prima volta che ne avevo sentito parlare...

Flashback di 5 anni. 21 Maggio 2013

“...e la nuova Xbox One avrà il nuovo kinect, sempre acceso e sempre connesso ad internet, per aiutarvi a sfruttare al meglio la vostra console e le sinergie con gli altri apparecchi presenti in casa vostra...”

mercoledì 8 maggio 2013

Ha smesso di rispondere

C'era una volta un allegro computer portatile, un Asus nero come ce ne sono tanti.
Questo PC ha sempre funzionato bene: il suo proprietario è sempre stato attento a non installare o scaricare programmi strani, e per un anno non ha mai dato alcun problema.

Fino a pochi giorni fa: infatti, quando il proprietario decise di avviare Skype, questo crashò senza pietà pochi istanti dopo l'apparizione della finestra.
Ohibò! Pensò il proprietario. Cosa sarà mai successo?
Cliccò nuovamente sull'icona di Skype, pensando ad un errore una tantum, ma il simpatico programma aveva evidentemente deciso di entrare in sciopero, e non ci fu verso di farlo partire.
Il proprietario decise allora di disinstallarlo e reinstallarlo, ma la soluzione non ebbe successo, e Skype continuò a crashare istantaneamente.
Cercando su google trovò altre persone con un problema simile, che dissero di aver risolto la situazione installando anche la versione Beta in parallelo, ma la soluzione non servì al nostro eroe, che riuscì ad avviare Skype solo installando la versione 4.2, su suggerimento di un amico.

Il giorno dopo, su suggerimento di un altro amico, scaricò un gioco, League of Legends, ma nel momento in cui cliccò su avvio... Questo crashò, e non ci fu verso di farlo ripartire.
Perplesso, il protagonista di questa storia decise allora di cercare soluzioni su Google (lanciando nel frattempo una scansione, perché non si sa mai).
Trovato un problema simile nel forum microsoft, che suggeriva un problema nei file registro, scaricò allora Wise Registry Cleaner, per sistemarlo, ma nel momento in cui questo programma veniva lanciato... Crashava.

Il nostro eroe decise allora di smanettare un po' con msconfig, sospettando che ci fosse qualche processo che bloccava le applicazioni. Infatti, avviando il computer in modalità "Avvio diagnostico", il programma Wise Registry Cleaner che precedentemente veniva brutalmente assassinato da Windows funzionava tranquillamente (Rilevando 1800 problemi nel registro).
Risolti questi problemi, decise di riavviare in modalità normale, ma... Nulla. Sia Skype (Che nel frattempo continuava ad auto-aggiornarsi ad una versione non funzionante, nonostante gli fosse stato detto di non farlo) che il sopracitato gioco continuarono a crashare senza pietà.
Da msconfig decise di provare ad avviare il PC senza alcun servizio di sistema attivo, esclusi quelli di Windows. Ed i crash proseguivano. Successivamente decise di avviarlo senza nessun elemento di avvio. Ed i crash proseguivano.
Notò però che alcuni programmi per pulire i file di registro di cui aveva letto su internet venivano scaricati ed installati correttamente, quindi pensò che il problema fosse solo su alcuni programmi.

La scansione intanto non trovò nulla di rilevante: si limitava a segnalare come virus due crack di due giochi scaricati eoni fa ed usati per mezza settimana. Il proprietario era sicuro non si trattassero di virus, ma, dato che comunque non erano mai stati usati, vennero disinstallati ed eliminati.

Scartata anche l'ipotesi virus, il proprietario decise di avviare il computer in modalità provvisoria con accesso ad internet, ed il computer funzionò correttamente: riuscì quindi a scaricare League of Legends, anche se si trattò di una vittoria effimera: infatti ad ogni riavviò fu costretto a reinstallare Skype.
Scoprì inoltre con gioia che il punto di ripristino più recente risaliva alla prima disinstallazione di Skype seguente il palesamento del problema, quindi lo strumento di ripristino fu, di fatto, inutile.

All'eroico utonto non rimase che una soluzione: correre in tondo urlando molto a lungo e molto forte.
Poi, però, nel bel mezzo del tredicesimo chilometro, l'illuminazione!

"Ma io ho un blog", pensò "E so che c'è gente che mi segue che ne capisce più di me di informatica".

E dunque sono qui.
La situazione è questa: il problema per ora non è drammatico, e con il trucchetto della modalità provvisoria ho un workaround, dovesse palesarsi ancora in futuro.
Però vorrei risolverlo. Dunque, a chi se ne intende di informatica... Qualcuno di voi ha un'idea?
Non ho mai avuto un problema del genere... Alcuni programmi installati (Sempre gli stessi) decidono che non hanno voglia di lavorare, e crashano a ripetizione. Finora il problema si è visto con Skype (Ogni versione sopra la 4.2), Wise Registry Cleaner ed il Launcher del download di League of Legends (Il gioco funziona tranquillamente).
Mi sovviene ora che pure Mass Effect 1,2 e 3 crashano all'avvio di continuo, ma credevo fosse un problema di Origin, dato che il problema in genere era limitato a loro.
Il PC è un ASUS portatile con Windows 7, 4GB RAM, Intel i7 e Nvidia 610 come scheda grafica (preassemblato).
A naso direi che il problema è in un qualche processo di Windows che per qualche ragione si è corrotto ed ammazza altri .exe a random, ma non so come distinguere quali. Vorrei avviare con tutto disattivato, ma essendo un portatile ci sono i driver di mezzo, e non vorrei accendere ed accorgermi che touchpad e tastiera non vanno.
L'antivirus è Microsoft Security Essentials (Dopo aver levato quella ciofeca di McAfee), ed ha sempre funzionato bene.

Se qualcuno avesse un'idea gliene ne sarei eternamente grato!
Anche perché io sono arrivato al limite della mia conoscenza informatica, non vorrei far danno. Su consiglio di un tizio letto sul forum Microsoft ho lanciato un sfc /scannow, che ha generato un CBS chilometrico, ma non so cosa voglia dire.

Grazie in anticipo!