martedì 6 novembre 2012

Recensione: Teatroelementale - In Tormentata Quiete

"Il teatro non può morire. Forma della vita stessa, tutti ne siamo attori; e aboliti o abbandonati i teatri, il teatro seguirebbe nella vita, insopprimibile; e sarebbe sempre spettacolo la natura stessa delle cose. Parlare di morte del teatro in un tempo come il nostro così pieno di contrasti e dunque così ricco di materia drammatica, tra tanto fermento di passioni e succedersi di casi che sommuovono l'intera vita dei popoli, urto d'eventi e instabilità di situazioni e il bisogno sempre più da tutti avvertito d'affermare alla fine qualche certezza nuova in mezzo ad un così angoscioso ondeggiare di dubbi, è veramente un non senso."
Luigi Pirandello


Teatroelementale è un album del 2009 degli italiani In Tormentata Quiete, secondo full-lenght del gruppo di Bologna, nato da un'idea di Antonio Ricco (tastiere) e Lorenzo Rinaldi (chitarra) nel lontano 1998, ma che ha pubblicato il primo disco, l'omonimo In Tormentata Quiete solo nel 2005.
Avviso già che gli ITQ non sono un gruppo grosso, anzi. Non hanno pagina di wikipedia, non fanno grossi concerti e sono conosciuti da veramente poca gente, e questo mi sembra un motivo in più per parlarne, dato che ritengo Teatroelementale uno degli album migliori che abbia ascoltato, e che apprezzo moltissimo gli ITQ, sia musicalmente che come persone, avendo avuto la fortuna di incontrarli di persona ad un loro concerto.
Il gruppo è formato, oltre dai già citai Ricco e Rinaldi, da due cantanti, Giovanni Notarangelo per la voce pulita e Marco Vitale per scream e growl, Maurizio D'Apote al basso e Francesco Paparella alla batteria.
La loro musica è particolare. Se il primo album rientrava in canoni folk-black (Ma neppure tanto, secondo me), ora sono definibili avantgarde metal, che di per sé non è un genere definito, ma questo fa capire quanto questo gruppo sia difficile da inquadrare.
Ma veniamo all'album.


















Come già detto, Teatroelementale è uscito nel 2009, e si presenta come l'opera della maturità dopo il bellissimo album precedente.
Bisogna subito sottolineare come la produzione sia stata fatta in maniera fantastica. Il suono è nitido e pulito in ogni singolo istante dell'album, e permette così di godersi appieno questo capolavoro.
L'album è un mezzo concept.
Nel senso che non ha una storia vera e propria, ma si tratta praticamente di un dialogo tra l'uomo ed il non uomo Pirandelliano, tanto che tra ogni canzone c'è un monologo dell'uomo, che parla con la sua coscienza/conoscenza, partendo dalla fase di "negazione", fino ad accettare sé stesso e decidere di vivere veramente.
L'album si apre con il Discorso sul Teatro Drammatico di Luigi Pirandello (Metto il link ma spero non serva a nessuno), recitato e leggermente distorto, come se provenisse da una vecchia radio.
All'improvviso, appena lo spezzone di Pirandello finisce, una voce pronuncia "Sipario", come se l'album fosse un'opera teatrale, ed inizia con L'Alchimista questo viaggio nell'io.
La prima traccia ci fa capire subito cosa ci aspetta: canzoni complesse, con le bellissime tastiere di Ricco a disegnare un tappeto di note, su cui le due voci di Notarangelo e Vitale (Stupendo il suo scream) si intrecciano, con l'aggiunta in alcune tracce di una terza voce, la guest star Edera, che con la sua bellissima voce permette al gruppo bolognese di creare cori a tre voci diverse (pulito, scream e femminile) che in un primo momento possono sembrare confusi, ma una volta capito il pezzo, stupendi.
La musica è a tratti aggressiva, in stile black, senza essere però pesante, con spezzoni di finta tranquillità, stacchi di puro prog e ritornelli quasi pop italiano, a ricalcare il tumulto interno dell'essere umano, combattuto tra uomo e non uomo.
L'album è un crescendo continuo di bellezza, e sarebbe ingiusto citare una sola canzone per non fare un torto alle altre, ma se devo segnalarne una, la mia preferita è Le Illusioni del Vento, con al centro un'ode alla luna commuovente, sia musicalmente che a livello di testo.

"Lo senti, o Luna, il pianto del mare
Ogni volta che tu splendi lui alza la sua mano per
toccare il tuo volto, donare il suo cuore
Ma piangendo ti allontani, gridando il suo dolore"

Altra cosa da segnalare, i testi sono stupendi. Mai banali, a tratti un po' criptici, solenni, ma sembra che ogni parola sia stata studiata per stare al posto giusto.
Ricco (Compositore di tutti i testi) ha un vocabolario ricco (scusate il gioco di parole) e perfettamente adeguato al tono teatrale dell'album.
Notarangelo è perfetto nel suo quasi recitare le parti in pulito, mentre Vitale possiede uno scream ed un growl aggressivissimi, perfetti nel rendere la rabbia dell'uomo soffocato dal non uomo.
Da segnalare, inoltre, il bellissimo sassofono che in alcune canzoni accompagna la musica, un tocco di genio, che da un di più all'album.
Lo consiglio assolutamente.
Benché ai primi ascolti forse può lasciare un po' spiazzati, appena lo si comprende (Non è difficile come può sembrare ad un primo approccio) se si amano le sonorità italiane ed il metal non si può non innamorarsi di questo album.
Si sente la passione per la musica di questi ragazzi bolognesi, che hanno messo tutti loro stessi in questo album, sfornando un capolavoro assoluto, che per via della poca notorietà del Metal in Italia, e del genere di nicchia in cui suonano (Avantgarde) non gli ha dato il successo che meritano.

Un album splendido, dall'introduzione fino al bellissimo Epilogo, così come splendido era il suo predecessore.

[Piccolo aneddoto OT: quando c'è stato un loro concerto a circa un'ora da dove abito io me ne ero completamente dimenticato, ed avevo invitato #Morosa (che però allora non era tale) ad uscire... E considerate che quella era la prima volta che uscivamo. Grosso dubbio... ITQ o #Morosa? Alla fine sono riuscito a portarmela dietro al concerto, e lei pur non ascoltando Metal si è anche divertita! Mi sono salvato in corner :P]

2 commenti:

  1. Mi hai comprata solo aver nominato Pirandello.

    Io AMO Pirandello. Il mio amore per lui è pari solo all'amore che provo per Foscolo.

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    1. Anche a me piace un sacco, è stato uno dei vari motivi che mi ha portato "dentro" questo album ;-)

      Che poi -Pirandello o no- merita comunque da morire!

      Foscolo invece merita DI morire haha

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