sabato 29 dicembre 2012

So it ends...

E così, dopo due mesi, è finito il mio stage.

Devo ammettere che mi dispiace da morire. Il lavoro che mi hanno fatto fare mi piaceva un sacco (ho avuto l'enorme fortuna di trovare un'azienda che crede negli stagisti, e gli fa fare qualcosa di serio), ed inoltre ho conosciuto tantissime persone fantastiche, sia a livello umano che a livello professionale. Ora si torna alla mia triste vita da universitario (Sto odiando l'idea di rimettermi sui libri), ma in un futuro, chissà...

Cose che ho imparato:

1) Sono un utOnto (Ma di questo ne parlerò in un intervento a parte, perché merita veramente)

2) Quello che ti insegnano all'università serve a poco o niente. Tutto il lavoro che ho fatto e tutte le competenze che ho acquisito sono qualcosa di estremamente specifico legato all'azienda. Vero, non ho fatto uno stage prettamente "economico" (Tipo controllo di gestione), ma credo che a salvo rari casi, le competenze una persona se le faccia sul posto di lavoro. Questo rende ancora più deprimente l'idea di dover studiare altri tre anni.

3) Pur lavorando, uno può anche divertirsi. Va bene stare 2 ore e mezza con gli occhi attaccati al computer, va bene dare fuori di matto perché mancano i dati su cui lavorare, va bene tutto. Ma quei cinque minuti della pausa caffè ti cambiano la giornata. E non mi è capitato di svegliarmi la mattina pensando "No, che sbatti, devo andare a lavorare". O perlomeno, certo, ad una certa ora uno vorrebbe anche stare a letto, ma non una disperazione del tipo "No, aiuto, devo studiare 8 ore oggi".

4) Voglio laurearmi in fretta ed andare a lavorare.

5) Farsi quaranta minuti di macchina all'andata ed al ritorno è una delle cose più rilassanti che ci siano, se si ha della buona musica da ascoltare. Certo, alle 6 di sera con un vecchietto rincoglionito che costringe tutti ad andare a 40 all'ora su un provinciale viene voglia di lanciare un RPG, ma a parte quello ci sta.

Queste sono delle prime riflessioni random... Più avanti magari ne parlerò più nel dettaglio. Per ora posso solamente dire che sono veramente felice di aver avuto questa possibilità, ho avuto veramente l'(enorme) botta di culo di trovare un'azienda che mi ha messo a fare qualcosa di utile per loro, e quindi di vedere dall'interno come funzionano le dinamiche aziendali, e come ragionano in un media/grande impresa internazionale.
Adesso ritornerò a studiare. Più avanti, chi lo sa? Io tra tre mesi dovrei laurearmi (Poi c'è la specialistica)...

martedì 25 dicembre 2012

Buon Natale!

Approfitto dei dieci minuti liberi di questa giornata per augurare a tutti voi e alle vostre famiglie un Felice Natale.

E mi raccomando, mangiate, mangiate e mangiate, che almeno non mi sentirò in colpa quando vedrò di quanto sarò ingrassato, dopotutto mal comune, mezzo gaudio ;-)

Auguri!

giovedì 20 dicembre 2012

Presents

L'umore dell'altro giorno mi è passato, quindi la manfrina su videogiochi=violenza la rimando ad un altro giorno.
Forse... Alla fine è un argomento di cui si è parlato, riparlato e straparlato, quindi vedrò se mi tornerà di parlarne anche io.

Comunque... Parto consigliando una canzone: non c'entra assolutamente niente con il post che sto andando a scrivere, però è tutto il giorno che ce l'ho in testa, e anche adesso in macchina al ritorno dal lavoro l'ho ascoltata tipo 3 volte. 
E per farlo ho dovuto collegarmi a youtube con il cellulare, attaccare il cellulare al jack, ed aspettare che scaricasse. E tutto questo perché #Morosa, che mi ha comprato il CD per Natale non ha voluto darmelo martedì perché aveva dimenticato il biglietto ed io non avevo nemmeno impacchettato il mio. (A mia discolpa devo dire che non era previsto per quel giorno lo scambio dei regali).
Quindi, visto che o che mi legge spero di averla fatta sentire in colpa per la sua incredibile malvagità (Cosa che pagherò. O, se la pagherò... Se non avrete più mie notizie non preoccupatevi).

Ah, già, la canzone!
Untouchable (parte 1 e 2), degli Anathema.

Tornando al post... Visto che il "capolavoro" di Trenitalia voglio tenerlo per un'altra volta, anche perché una volta raccontato quello, già detto del capodanno sui monti e del viaggio al mare, avrò veramente finito gli aneddoti, e che non voglio scrivere una recensione, perché ne ho appena scritta una e non voglio che questo diventi un blog di musica.... Non ho la più pallida idea di cosa scrivere.

Quindi vi racconterò la mia epopea per comprare i regali di Natale quest'anno.

Io sono il classico ritardatario quando si tratta di regali. Nel senso che se va bene mi sveglio il giorno prima, se va male mi sveglio la settimana dopo.
Tra l'altro, nella mia famiglia non c'è mai stata grande abitudine a farsi regali... Con #FratelloM non ci siamo mai scambiati un regalo, mentre con #FratelloP da un annetto a questa parte ci regaliamo un CD a vicenda, ma a parte quello non mi sono mai posto molti problemi.

Dall'anno scorso, notando questa mia (nostra) poca attitudine ai regali, mia madre e sua sorella (che ha 3 figli più o meno della stessa età e con lo stesso problema) hanno deciso che a Natale dobbiamo farci un regalo tra di noi.
Nel senso che io lo faccio a mia cugina maggiore, mio fratello al cugino medio, e l'altro fratello al cugino più piccolo. Okay, tutto bene. L'anno scorso me l'ero cavata con un paio di orecchini.

Mentre il regalo per #Morosa mi era uscito bene, peccato solo avessi completamente ciccato la taglia, ma vabbè.

Quest'anno, all'alba del 10 di Dicembre, mia madre mi dice che a me sarebbe toccato fare il regalo al cugino più piccolo (Che ha comunque 17 anni), visto che il mio fratello della sua età è in America, e difficilmente avrebbe preso parte allo scambio dei regali.
Ma sì, tranquillo, tanto ha i miei stessi gusti musicali, gli prenderò un CD e via.

In tutto questo non avevo ancora preso i regali per #Morosa. (Piccola parentesi: io e #Morosa facciamo l'anniversario il 27 di Dicembre, quindi oltre al regalo di Natale c'è anche quello. E due settimane dopo c'è il suo compleanno. Sì, il mio portafogli ama questo periodo).

Anzi, a dire il vero uno dei tre l'avevo già preso, c'è un libro che assolutamente voleva, e praticamente mi ha mandato il link ad Amazon con già tutto pronto, dovevo solo cliccare su "Invia". Okay, lo so, sono pessimo, non ho scusanti.

Comunque, fatto sta che oggi, 19/12/2012, ovvero 6 giorni prima di Natale, con la domenica in mezzo, mi sorge subitaneo un pensiero.

"O cazzo, i regali."

Vado nel panico più totale. Anche perché con la storia dello stage in mezzo, non avevo idea di quando sarei potuto andare a fare lo shopping.
Volo su Amazon, e cerco il CD che voglio regalare a mio cugino assieme ad un altro che dovevo prendere per un'altra persona. 
Non è in stock, arriverà il 6 Gennaio. 
Mierd.

Okay, e mo' che faccio?

Cerco sul sito della Feltrinelli, e.... No, non c'è.
Bene.

Potrei chiamare il mio negozio di fiducia! Peccato abbia 0 credito sul telefono, e non mi permetto in ufficio di andare sul sito della TIM a fare la ricarica. (Soprattutto perché credevo di aver fatto danni con il firewall la settimana prima, ma questa ve la racconto un'altra volta)

Soluzione: Facebook! Fortunatamente con il cellulare posso connettermi di straforo, e corro ad aggiungere il negozio tra gli amici.
Ovviamente questo si sveglia tre ore dopo ad accettare (Ma porca miseria, hai sempre lì il PC acceso che lo usi a fare se non per Facebook?

Quando finalmente accetta gli scrivo. Il CD per il cugino non ce l'ha e lo ordina, ma non sa se per lunedì arriva. L'altro c'è.

Il dettaglio che non ho ancora detto, è che i miei cugini vivono a 250km, in un'altra regione, non posso dirgli "Ma sì, te lo darò settimana prossima quando arriva".

Ora posso solo sperare. Ma quanto scommettete che arriva mercoledì?

lunedì 17 dicembre 2012

Satana qua, Satana la, Satana su, Satana giù...

Okay, oggi sono di umore nero per motivi miei...
E quando leggo dichiarazioni come quelle che sto per postare, allora mi sale veramente il sangue al cervello, perché le crociate a prescindere mischiate all'ignoranza abissale sono una cosa che proprio non tollero.


Su Yahoo (La mia homepage, che ogni mattina mi allieta con una marea di vaccate, che loro chiamano "notizie", ma che ogni tanto mi strappano un sorriso) leggo il titolo "Tiziano Ferro accusato di Satanismo".

Ohibò. Che ha combinato il Tiz? (Premessa: io detesto atrocemente Tiziano Ferro, però la notizia mi ha incuriosito)
Clicco sul link, e mi ritrovo questa frase, dichiarata dall'egregio Don Giulio Marra, sacerdote della comunità "Nuovi Orizzonti".

Tenetevi forte.

"Essere satanisti è peggio di essere mafiosi o terroristi, perché nella vita si può sbagliare ma scegliere di adorare il male è l'errore peggiore. E' un dispiacere che Bologna abbia accettato Marilyn Manson, giustamente respinto in tante nazioni, ma d'altronde qui Satana è ben presente. Il rock è di per sé una musica discorsiva e dannata. In Imagine di John Lennon, nelle canzoni dei Led Zeppelin, dei Pink Floyd, dei Queen e in Hotel California degli Eagles ci sono chiari riferimenti o tracce nascoste che esaltano il Male"

No, scusa? SCUSA?
Il rock è di per sé una musica discorsiva e dannata? Ma che cazzo stai dicendo?!
Imagine di John Lennon sarebbe satanista? Ma lo colleghi il cervello alla bocca?


Io è da anni che lotto con i miei amici per provare a fargli capire che, no, Metal non è sinonimo di satanismo. No, i metallari non sacrificano vittime umane ai loro concerti. Sì, ci sono gruppi che hanno richiami satanici, ma la maggior parte lo fa per fare scena e per cavalcare l'onda degli idioti che ci credono.


E ora mi sento dire che non solo il Metal, ma addirittura il rock sarebbe una musica maledetta?
Ma che cazzo volete che ascoltiamo, tutti insieme l'Ave o Maria cantata dal coro della Basilica di San Pietro? Già che tutte le mattine quando vado al lavoro superato un certo pezzo Radio Sportiva si trasforma in Radio Maria (E già qui dovete spiegarmi come mai fregate le frequenze ad altre stazioni), ma adesso venite a dirmi anche che musica devo ascoltare? No, non ci siamo.
Questa frase trasuda ignoranza e populismo in maniera schifosa. Vorrei tanto prendere il caro Don Giulio, metterlo ad un tavolino, prendere il mio iPod (Pieno quasi esclusivamente di musica Metal), e dirgli "Bene, Giulio caro. Adesso trovami una singola canzone satanica. Una."
Ed è inutile dire che non la troverebbe. Ma il mondo resta convinto che Metal = Satana. Perché? Certo, alcuni gruppi satanisti esistono, come penso possano esistere in altri generi. Ma una cosa che in molti non sanno e non capiranno mai, è che se un gruppo canta canzoni contro il cristianesimo, non significa automaticamente che sia satanico.


Lo sapete come è diventata cattolica la Finlandia? Con una crociata. Un'esercito di cavalieri cristiani ha preso, attraversato il mare tra Danimarca e Finlandia ed hanno incominciato a mettere a ferro e fuoco le campagne e a conquistare le città.
I famosi Mayhem, il gruppo che con Burzum negli anni '80 diedero fuoco a diverse chiese non erano satanisti. Erano pagani, che rivendicavano le origini della loro nazione e che si ribellavano ad una religione impostagli con la spada più che con la croce.
Tutto questo per dire cosa? Che queste cose la gente manco le sa! Si limitano a sapere che Marylin Manson è un satanista (Nota del redattore: non è satanista, appartiene al gruppo di cui parlavo sopra che fingono di esserlo per approfittare dell'idiozia della gente.)


La famosissima "The Number of the Beast", degli Iron Maiden ti sembra una canzone satanista, caro Don Giulio? Sì? Hai provato a leggere il testo, invece di limitarti al titolo? Perché, così, a me sembra si limiti a leggere brani del tuo vangelo, non ad inneggiare a Satana o ad altro.
E poi, scusa... John Lennon, gli Eagles e i Pink Floyd satanisti? Ma per favore...


Trovo tutto questo vergognoso. Perché il dramma è che poi la gente ci crede.
(Per chi se lo stesse chiedendo, l'articolo di Yahoo proseguiva con il caro Giulio che definiva satanista il contenuto della canzone "Indietro" di Tiziano Ferro. Io non la conosco, ma sono andato a leggere il testo... Per me è più satanico lo scontrino del supermercato.)

Ma niente.

Prendiamo i Moonsorrow. Nell'album Kivenkantaja, raccontano della lunga guerra del popolo finlandese per resistere ai cristiani, di come hanno combattuto e perso delle battaglie contro l'odiato nemico. Questo è satanismo? No, questo è paganesimo!

Dopo ogni conquista prendevano gli abitanti e li mettevano in fila. In cima alla fila c'erano un prete ed un boia, e la scelta era "O pagano bello, o ti converti o sei un eretico maledetto e quindi ucciderti è cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, eccetera eccetera".
Come è ovvio immaginare, la maggior parte dei nostri amici finlandesi pensarono che tra il ricevere due dita d'acqua sul capo ed il perderlo la prima era la via meno dolorosa, ergo in questo modo la Finlandia (Così come in seguito la Norvegia e la parte meno "civilizzata" della Svezia) vennero a conoscenza del cristianesimo.

E, tanto per essere precisi... Manson NON è Metal. (Ma si finge tale, per approfittare dell'idiozia della gente... Solo io vedo un denominatore comune?).

Poi ogni volta che succede una tragedia come la Columbine, o l'ultima sparatoria nella scuola del Connecticut, le prime cose che si vanno a guardare è se il killer ascoltasse Metal o giocasse ai videogiochi (Di questo ne parlerò in un altro post) piuttosto che farsi domande del tipo "Ma aveva problemi in famiglia? Aveva problemi di relazioni?".

E se un giorno mi capiterà che girando per strada con una maglietta dei Blind Guardian una signora mi guarderà e si farà il segno della croce saprò chi ringraziare.
Anche perché per come sono fatti gli italiani capace che da quella scena l'intero paese si convinca che io sia un seguace di Satana, e nel giro di tre giorni me li ritroverei alla porta con i forconi...

martedì 11 dicembre 2012

Quando sarà pieno!

Questa storia che vado a raccontare è piuttosto vecchia...
Nell'estate del 2006, in una vacanza studio in Inghilterra, avevo conosciuto una ragazza di #Cittàa200km. Non sto a raccontarvi tutta la storia che è lunga e complessa, ma fatto sta che ci siamo messi insieme, e lo siamo rimasti per poco più di tre anni.

Ovviamente i 200 km erano parecchio un problemino per vedersi, soprattutto perché all'epoca nessuno dei due era automunito, e ci toccava prendere il treno.
Già la parola "treno" in una storia ambientata in Italia è un preambolo al disastro, ma questo non devo certo dirvelo io...

L'estate seguente, a Giugno, mi metto d'accordo con la migliore amica di #Ragazza per farle una sorpresa: avrei saltato l'ultimo giorno di scuola, e mi sarei fatto trovare all'uscita da lei.
Bella idea, soprattutto sulla carta, peccato che a  #Cittàa200km ci sarei dovuto andare, come al solito, con Trenitaja.

Dunque... Parto al mattino, bello felice e pimpante, e mi dirigo alla stazione di #Cittàadaltezzavariabile, il biglietto del treno già in tasca (non si sa mai). Trovo il mio treno e salgo, pronto a sorbirmi le 3 ore di viaggio (più cambi) necessarie per arrivare a #Cittàa200km.

Il viaggio fila liscio e tranquillo, ogni tanto mi sento con l'amica di #Ragazza per confermarle che tutto va bene, fino a che non arriviamo nella stazione prima di quella di #Cittàa200km.
E lì il treno si impianta, e non si ferma più.

Vabbè, rifletto, ho due ore e mezza di anticipo, non è nulla di grave....

Sì, come no...
Dopo venti minuti fermi, vado a chiedere lumi al controllore, che mi spiega che c'è uno sciopero degli operai metalmeccanici di una qualche fabbrica, e che questi hanno occupato i binari, impedendo ai treni di muoversi.
Noto infatti, che parecchi altri treni sono arrivati nella stazione, e che nessuno si muove.

Okay, va bene, stavolta non è colpa vostra.
Ma io come ci arrivo a #Cittàa200km?

Mi dicono che all'esterno della stazione stavano organizzando dei pullman per le varie destinazioni raggiungibili dalla città in cui ero bloccato.
Ringrazio, ed esco, ed effettivamente vedo che hanno pronti tre o quattro pullman, che indicano le varie destinazioni a cui si sarebbero diretti.
Noto quello che va a #Cittàa200km, e mi avvicino all'autista.

#Edhel: Salve... Dovrei andare a #Cittàa200km, a che ora partite?
#Autista: Quando il pullman è pieno.

Mi guardo intorno: ci saranno sì e no una cinquantina di persone in stazione (Ricordo che sono le 10 di mattina di un venerdì lavorativo).

#Edhel: Sì, ma di gente in viaggio oggi ce n'è poca... Se non si riempie?
#Autista: (Scocciatissimo) Aspettiamo che si riempia e poi partiamo.

Vabbè... Torno al mio libro. Avviso l'amica del problema, e mi sistemo in stazione a leggere per gli stracazzi miei.
Dopo un'ora il numero di persone in stazione è ancora più o meno quello, e io torno a scassare le balle all'autista.

#Edhel: Scusi, ma qui pare che non arrivi più nessuno... In quel caso non parte prima?
#Autista: No, bisogna aspettare che si riempia perché se poi arriva gente e non c'è il pullman fanno storie.

Ah, e noi stronzi che siamo qui da più di un'ora invece stiamo buoni e tranquilli?
Intanto arriva a protestare un'altra ragazza, che dice di essere lì con i nonni e che devono assolutamente raggiungere #Altracittà, dato che avevano una coincidenza da prendere.
L'autista, sempre più scocciato, ci dice di aspettare che il pullman si riempia.

E sticazzi, a questo ritmo forse per ferragosto sarà pieno!

Dopo altri quaranta minuti, io e la ragazza torniamo all'attacco.
L'autista come ci vede arrivare fa una faccia del tipo "Oh, no, ancora quei rompicoglioni".

#Edhel: Salve, mi spiace disturbarla nuovamente, ma visto che ormai sono quasi due ore che aspettiamo, vorrei sapere se ha intenzione di partire...
#Autista: Quando sarà pieno.
#Edhel: Senta, la stazione è bloccata, i treni non arrivano, quindi non si riempie!
#Autista: Eh, ma se si sblocca poi arriva gente
#Edhel: Sì, ma se si sblocca ripartono i treni!
#Autista: Senta, a me hanno detto di venire qui, riempire il pullman e partire quando sarò pieno. Visto che non sono pieno io non mi muovo, quindi aspetti. E se ha tutta questa fretta di arrivare a #Cittàa200km prenda l'ABC! (Sigla buttata lì, non ricordo il nome esatto).
#Edhel: Che sarebbe l'ABC?
#Autista: Il servizio di pullman che ogni mezz'ora parte per andare a #Cittàa200km. Lì c'è la pensilina.
#Edhel/Ragazzaincontrataacaso: ... E ce lo dice ora?!
#Autista: Potevate chiedere!

Trattenendomi dal dirgli cosa pensavo di lui corro alla pensilina, mentre la ragazza va a recuperare i nonni. Fortunatamente mancano quindici minuti alla partenza, e quindi riusciamo a prenderlo. Purtroppo il pullman fa un giro allucinante, ed invece dei quindici minuti che ci avrebbe messo il treno ci impieghiamo un'ora, e tra l'altro vengo lasciato dall'altra parte della città, in una zona che non conoscevo.
Ovviamente #Ragazza era già uscita da scuola da un bel pezzo, ma fortunatamente era andata a festeggiare la fine con i suoi compagni di classe in una piazza della città, che sono riuscito in qualche modo a raggiungere, anche se ho rischiato di essere buttato in una fontana da dei ragazzi che passavano di lì perché "Ehi, ma tu sei ancora asciutto!".

Morale della storia? Trenitalia riesce a fare casini anche quando si parla di pullman...

giovedì 6 dicembre 2012

Vieni, che può esserti utile!

Ormai è passato più di un mese dall'inizio del mio stage.
L'argomento mi piace molto, in azienda mi trovo molto bene, e sto anche procedendo piuttosto spedito, tanto che ci sono dei momenti in cui i responsabili sono leggermente nel panico perché vado più veloce di quanto si aspettino e non sanno cosa farmi fare...
Ma qualcosa si trova sempre, dopotutto è un'azienda interazionale.

Ad esempio, qualche settimana fa, mentre stavo contattando alcune aziende concorrenti (ovviamente in incognito) per un sondaggio, l'AD di una di queste mi fa notare che pochi giorni dopo ci sarebbe stata una fiera di settore per quello che mi interessava.
Una fiera di settore moooooooooooooooooolto ampia. Nel senso che forse il 5% sarebbe stato qualcosa che avrebbe potuto interessarmi, ma vabbè.

Io, da bravo stagista, giro l'informazione a #Boss, #ProductSpecialist (Che sarebbe #ProjectManager dell'altra storia, ho scoperto che avevo capito male il suo ruolo) e #Commerciale, che sono le tre persone in azienda che si occupano della sottoarea per cui sto lavorando (Sì, ecco, azienda... Siete in pochi! Ma lo sapete che c'è un bravo ragazzo che tra pochi mesi si laurea?) per informarli della cosa.
Un paio d'ore dopo arriva una mail da #ProductSpecialist, che dice che lo sapeva già, e che era iscritto, e che sarebbe andato assieme ad un consulente esterno ed ad un altro venditore.
Okay, bon, la cosa è finita lì, e mi rimetto a fare quello che stavo facendo prima di vedere la sua mail.

La mattina dopo arrivo in ufficio, apro Outlook, e... Ohibò!
Una mail dall'organizzazione della fiera. La apro...

"Grazie per esserti registrato alla fiera, #Edhel! Questo è il tuo badge per entrare, stampalo e presentalo all'ingresso"
Apro il badge, e vedo che sono stato iscritto come "Market Expert".
Okay, chi è il simpaticone?

Vado da #Boss, gli chiedo se ne sa qualcosa e lui nega. Okay, fuori uno.
Vado da #Commerciale, ma è in Olanda, quindi tenderei ad escluderlo.
Vado allora da #ProductSpecialist e chiedo a lui, che tutto contento mi dice di avermi iscritto perché poteva essermi utile vedere una fiera di settore, e che avrei potuto imparare qualcosa di utile.
Sì, molto bene... Ma chiedere magari?

Vabbè... Nei giorni successivi gli chiedo come ci organizziamo per la fiera, e lui tutto tranquillo mi dice che ci saremmo visti lì (Vi ricordo che #ProductSpecialist è mezzo inglese e mezzo milanese, quindi immaginate voi...).

Il giorno della fiera arrivo alle 9 (Partendo ad un orario indecente), presento il mio badge, ed entro come  Market Expert di #Azienda. Spero che non l'abbia letto nessuno, o avrà pensato che erano caduti proprio in basso.

Giro un po', faccio un po' di domande agli stand, ma puntualmente quando mi chiedono "Scusi, ma lei chi rappresenta" è un casino, dato che già a tutte queste aziende mi sono presentato con il sopracitato questionario come universitario in fase tesi, e se avessero fatto il collegamento (nemmeno tanto difficile: due persone con lo stesso nome ti fanno domande sullo stesso argomento) #Azienda avrebbe fatto un po' una figura di merda.
Indipercui, oltre a girare, guardare un po' di cataloghi, seguire qualche workshop (Nessuno sull'argomento che mi serviva) e tentare di origliare conversazioni interessanti (Risultati: 0) ho praticamente buttato nel cesso la mattinata.
Per le 12, dopo essere uscito per fumare una sigaretta, rientro... E chi mi trovo davanti? #ProductSpecialist, che mi fa "Ah, sei appena arrivato?"
No, non proprio, sono qui da tre ore a rompermi le palle...

Dopo essermi presentato all'altro venditore spiego a #ProductSpecialist quali sono i miei problemi, nel senso che ho un po' le mani bloccate, e gli chiedo suggerimenti.
Risposta: ma sì, dai, guardati un po' intorno, alla fine qualcosa di utile lo trovi.
Sì, come no...

Dopo averlo seguito un'oretta, arriva l'ora di pranzo. Lo avviso che non avrei pranzato con loro, dato che #Morosa ha l'università a 10 minuti dalla location della fiera, e che sarei tornato per le 2-2.30.

Risposta: "Ma cosa torni a fare? Ma fatti un giro con la tua ragazza che è molto meglio!"

Ma perché cazzo mi hai iscritto allora??

Vabbè... Alla fine no, non sono tornato. Tanto il giorno l'avevo già buttato via, e la scelta tra passare il pomeriggio con #Morosa o con #ProductSpecialist è stata piuttosto semplice.

Però, cazzo... Prima mi iscrivi ad un evento senza manco chiedermelo, poi una volta lì ti fai vedere 3 ore dopo l'ora d'inizio (Anche se lui ha detto che alle 9.30 era già lì, e tendo a credergli. Comunque è uno che lavora sodo e tanto), e più tardi mi dici che non ha senso che io stia lì?
Complimenti.

Devo ancora capire se era ironia inglese o furbizia milanese.

lunedì 3 dicembre 2012

Recensione: Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassa - Moonsorrow

Provare a parlare dei Moonsorrow è difficile.
Chi li conosce sa che sono un gruppo complesso, difficile, dalle mille sfaccettature e molto complessi da inquadrare in un genere specifico.
E sono uno dei miei due gruppi preferiti.

Tanto più che ho deciso di parlare dell'album forse più diverso della loro discografia, ossia l'ultimo,  Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassaa (2011), album composto da sole 4 tracce, ma intermezzato da una serie di intermezzi a narrare una storia.

Ma partiamo dall'inizio.
Chi sono i Moonsorrow?
I Moonsorrow sono un gruppo finlandese, che ha come membri principale i due cugini, Henri Sorvali (Chitarra, tastiere e voci) e Ville Sorvali (Basso e voce), oltre che a Mitja Harvilahti alla chitarra e Marko Tarvonen alla batteria.

Nascono nel 1995, e pubblicano il loro primo album, Suden Uni (Il sogno del lupo), nel 2001. Subito salgono alla ribalta per  il loro stile, unico nel genere del folk metal, con canzoni lunghe, epiche e piene di strumenti ed atmosfera. Segue poi, nello stesso anno, Voimasta Ja Kunniasta (Di Forza e Onore) e nel 2003 quello che è forse il loro più bell'album, ossia Kivenkantaja (Il portatore di pietre).

I Moonsorrow cantano esclusivamente in finlandese, ma tutti i loro album hanno all'interno del booklet le traduzioni in inglese dei loro testi, che permettono così agli ascoltatori di seguire la narrazione dei cugini Sorvali, che spesso cantano delle origini della loro nazione e della morte della cultura finlandese in seguito alle crociate, che hanno abbattuto gli dei pagani per innalzare la croce.

Dopo Kivenkantaja, i Moonsorrow si confermano nel 2005 con Verisäkeet (Versi di Sangue), che conferma la splendida ispirazione della band finlandese, e che apporta alla loro discografia la spettacolare Jotunheim, la mia canzone preferita della loro discografia.

Viene poi il maestoso Viides Luku - Hävitetty (2007. Capitolo Quinto: Devastato), un album composto da due sole canzoni di mezz'ora l'una. Difficile all'inizio, una volta che si è entrati nell'atmosfera dell'album diventerà un capolavoro.

Per arrivare, finalmente, al 2011.


Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassaa signfica "Come Ombre Camminiamo nella Terra dei Morti".
L'album è cupo, tetro e decadente, cosa insolita per i Moonsorrow, che hanno abituati i fan a pezzi epici, battaglieri ed esaltanti, con stacchi folk allegri e sfuriate quasi black alternati a pezzi lenti e commuoventi.
Il disco narra una storia simile al film The Road, ovvero fa seguire all'ascoltatore il viaggio di un gruppo di esseri umani in seguito ad una non meglio specificata catastrofe, che ha quasi spazzato via la razza umana dalla terra.
Questo gruppo di superstiti viene sentito arrancare ed ansimare, mentre avanza faticosamente nella Terra dei Morti (Da qui il titolo dell'album), dirigendosi verso una speranza di salvezza.
Avviso già che contravverò ad una regola che mi ero autoimposto, ovvero il non fare una track-by-track, perché per parlare di un album così complesso è quasi impossibile non farlo.
L'album si apre con Tähdetön (Senza Stelle), brano di 12 minuti, che inizia con un lento e pesante riff di chitarra accompagnato dalla batteria, ad aprire l'atmosfera che accompagnerà per tutto il CD.
Per poi, dopo quasi un minuto, dare il via alla canzone.
Il cantato rauco e sofferente di Ville Sorvali ci porta subito nella situazione di disperazione che accompagna i superstiti: la canzone è sofferente, con chitarre e tastiere a generare un'atmosfera di tetra oppressione attorno all'ascoltatore, che si ritrova a strisciare nel fango, accompagnato da cori maestosi e decadenti, con una campana che suona dei rintocchi in lontananza, e mentre la voce si fa sempre più disperata, improvvisamente ecco uno stacco folk in vero stile Moonsorrow, ma è solo un'illusione.
La disperazione di questo pezzo sembra, anzi, accentuata dal ritmo quasi allegro, con il suono degli strumenti che non permette di staccarsi dalla sensazione di disperazione che il gruppo finlandese vuole trasmettere.
La canzone si ferma all'improvviso, e nello stacco successivo sentiamo i passi del gruppo di superstiti, che vagano sotto il cielo notturno privo di stelle, in silenzio. Solo qualche colpo di tosse spezza il suono del nulla, a dare l'idea della quasi mancanza di speranza dell'essere umano.

Ma ecco che subito dopo le chitarre irrompono, ed è il momento di Muinaiset (Gli antichi).
La canzone è subito aggressiva. Nessuno stacco folk o allegro, solo la voce ringhiante di Ville Sorvali, con le tastiere a riempire l'atmosfera e le chitarre più di accompagnamento, fino allo stacco centrale. La velocità dei riff da una sensazione di ansia, di ritardo, incalzanti nel loro maestoso incedere, mentre un coro epico, degno di Kivenkantaja segue la melodia, e Ville canta la difficile sopravvivenza del gruppo di esseri umani nelle terre desolate.
Un avanzare incalzante di chitarre e tastiera ci porta nella seconda metà di canzone, che serve quasi solo ad introdurre la sfuriata finale.
Perché è negli ultimi minuti che questo pezzo finalmente esplode, travolgendo l'ascoltatore. Ville ormai è incontenibile, e la sua voce è cattiva come raramente lo si è sentito.

"Kohdatkaa muinaiset!Kohdatkaa uusi maailma!"
"Meet the Ancient Ones! Meet the New World"

L'essere umano non è il padrone di questo mondo. E la catastrofe che lo ha spazzato via è solamente un'altra delle fasi che il pianeta ha attraversato, e tra diecimla anni nessuno più si ricorderà di quella razza che un tempo ha abitato la Terra.

Segue un altro intermezzo, simile a quello tra i primi due pezzi, sui superstiti. Ma anche questo è solamente l'intro alla prossima, grandiosa canzone.
Huuto (L'urlo) si apre con un giro di tastiere quasi dolce, momentaneo sollievo, ma anche qui si tratta di una illusione.
Perché la violenza della canzone sfocia immediatamente, devastando ogni speranza di salvezza, e sbattendo nuovamente a terra l'ascoltatore.
Le chitarre si fanno nuovamente feroci, mentre la tastiera continua in sottofondo a suonare la sua atmosfera decandente.
La canzone ha innumerevoli cambi di ritmo: dopo la sfuriata c'è una specie di momento di "calma" relativa, che viene però spazzata via dalla tastiera, che torna a suonare la melodia iniziale, questa volta però più velocemente, accompagnata dal canto di Ville.

"Dove possiamo trovare la strada? La vita non affronta la morte, solo sofferenza e dolore"


I superstiti si perdono d'animo, crollando uno dopo l'altro durante la loro marcia verso la salvezza, mentre la tempesta imperversa su di loro, nei loro cuori la speranza si fa sempre più debole, di fronte alla violenza del mondo che li circonda. Una riflessione sull'essere umano, ma il corpo è stanco, e la mente non fa in tempo a finire il pensiero.
E intanto le tastiere continuano a suonare, le chitarre a straziare l'anima dell'essere umano, senza dimenticare una batteria incalzante ed aggressiva, senza mai essere brutale.
Ma proprio quando la tempesta raggiunge il suo picco, si placa. Gli strumenti tacciono, e solo la tastiera torna a ripetere il suo urlo, questa volta dolcemente, per terminare la canzone, e a fare da prologo all'epilogo di questa storia

L'ultimo intermezzo, Kuolleille (Ai morti), fa da premessa alla canzone finale: si sentono i passi, questa volta di una sola persona. L'unico sopravvissuto alla marcia, che cammina. E arriva alla sua meta, dove sperava di poter trovare altri esseri umani.
Ma il rumore del mare è l'unica cosa che trova.
Lo si sente cadere in ginocchio, e dopo qualche istante lanciare un urlo disperato e liberatorio al cielo. Non c'è nessuna speranza.
Non c'è nessuna salvezza.

Inizia così Kuolleiden Maa (La Terra dei Morti), un pezzo che trasuda disperazione da ogni nota. La chitarra parte subito, riempiendo l'aere di un riff lento e pesante, disperato, che si interrompe solo con una finto momento di pausa, per poi riprendere ancora più feroce ed aggressivo.
Entra finalmente Ville, con la voce disperata, leggermente distorta, che urla il dolore di quell'ultimo uomo, di quell'ultimo superstite, ora che ogni speranza è svanita.
E rimane solo la morte.
Si lascia cadere sulla terra nuda, ascolta il suono del mondo, del mare e del fiume. Sente il tepore della nebbia, non più del sole. Il sangue scorre sul suo corpo, tra le sue mani.
Non c'è nessuna salvezza.
Il testo riprende il titolo dell'album, con una differenza. Non dice "Come ombre camminiamo nelle terre dei morti", ma "Come un ombra cammino nella terra dei morti".
Una piccola differenza.
E intanto le tastiere riprendono, con un giro di una violenza e di una pienezza di suono inaudita (Vi giuro che dal vivo questa canzone è devastante), che annichilisce l'ascoltatore.
Non dà un attimo di pausa, nessun momento di pace. 
L'uomo si perde nelle sue riflessioni. Quando è iniziata la fine? Perché Dio ci ha puniti? Ma i cadaveri intorno a lui non possono dargli risposta.
E come un ombra, nella terra dei morti, sparisce, all'alba della nuova era, di questo nuovo mondo. 
Ed un coro, di un'epicità maestosa si innalza, seguito dall'urlo disperato di Ville.

"Kuolleiden Maa"

E le chitarre irrompono, violente, a spezzare la melodia, che viene pur tenuta da una spettacolare tastiera e dalla batteria, per portare all'ascolto gli ultimi pensieri dell'uomo, sconfitto da qualcosa più grande di lui. Qualcosa che credeva di poter domare e dominare, ma da cui invece è stato sconfitto.
E alla fine, tutti gli strumenti si fermano. 
Solo la batteria. A ripetere lo stesso giro che ha fatto da intro a Tähdetön, che va via via a finire l'album, in una lenta dissolvenza in lontananza.

Mi rendo conto di aver scritto un papirone, e di essere stato probabilmente ripetitivo in più punti, ma amo veramente alla follia i Moonsorrow in generale, e questo album in particolare (E non è nemmeno il mio preferito! Se avessi parlato di Kivenkantaja ne scrivevo un libro!)
Ve lo consiglio.
Per i canoni dei Moonsorrow è un album strano, molto diverso, ed infatti molta gente non lo ha apprezzato. Non è semplicissimo, soprattutto per chi non è abituato a certi generi di canzone, ma vi assicuro che una volta entrati nel mindset lo troverete un capolavoro.

E vi assicuro anche che i Moonsorrow dal vivo sono uno spettacolo. Ho avuto la fortuna di vederli due volte, prima a Novara e poi a Bergamo, e hanno veramente fatto un concerto spettacolare.

venerdì 30 novembre 2012

Allora, digiti...

Da circa tre settimane i miei genitori hanno fatto richiesta di passaggio da #CompagniaADSL a #Altracompagnia, che da qui in avanti chiameremo, per comodità, #CompagniaArancione.

Dato che negli ultimi due/tre mesi la nostra linea ADSL ha preso ad andare a velocità indecenti (E non in senso positivo), oltre che a singhiozzo, i miei hanno preso l'epocale decisione di abbandonare colui che (era) il nostro provider da ormai 8 anni, per passare a quest'altra compagnia.

Dopo la firma del contratto, per tre settimane non si sono più fatti vivi, tanto da sollevare la domanda "Ma si ricordano?", dato che la situazione con internet in casa stava raggiungendo picchi drammatici (#Compagnia ADSL evidentemente non ha gradito l'essere stata lasciata, e quindi ha preso a funzionare peggio di prima. Ormai il Wi-Fi era inutilizzabile, bisognava andare via cavo e a velocità
ridicole).

L'altro giorno, finalmente, a mia madre arriva un messaggio da #CompagniaArancione: "Gentile Cliente, la avvisiamo che da domani sarà attiva la sua nuova linea. Intorno alle 16 inizierà a funzionare".

Urrà, urrà, evviva evviva.
Vado a letto felice, perché finalmente avrò una connessione internet decente (Anche se confesso che un po' mi spiace per #CompagniaADSL che per anni ha funzionato benissimo, senza mai periodi di downtime, e anzi, rivelandosi incredibilmente affidabile. Purtroppo ultimamente avevano alzato i clienti senza alzare la banda, col risultato di andare da schifo).

[The following day]

Torno a casa dall'ufficio alle 6.30, stanco morto, ma pronto ad iniziare la mia nuova avventura con internet ad alta velocità.
Provo ad attaccare il computer al Wi-Fi, ed effettivamente non mi segnala nessuna rete. Perfetto, vuol dire che #CompagniaADSL ha tirato le cuoia.
Ma come faccio ad attivare #CompagniaArancione?

Cerco con il cellulare il numero dell'assistenza clienti, e poi vado a prendere il telefono fisso per chiamarli.
Muto.

Ma non nel senso che non rispondono... Il telefono è proprio muto. Andato, kaputt.
Bene, e mò che faccio?

Riprovo.
Sempre kaputt.

Okay, dai... Provo a chiamare l'assistenza clienti con il cellulare, dato che il contratto è sia Internet che voce magari hanno fatto casino loro...

Primo tentativo
#VoceRegistrata: Benvenuto al servizio clienti di #CompagniaArancione! Lei è proprio sicuro di voler chiamare il servizio clienti? Provi prima a staccare e riattaccare il cavo di rete, e se proprio vuole parlare con un operatore digiti 1.
#Edhel: Scemo magari sì, ma idiota no. Premo 1.
#VoceRegistrata: Se vuole parlare con il supporto tecnico di #CompagniaArancione prema 1, se vuole parlare con il supporto tecnico per problemi sui servizi di #CompagniaArancione prema 2, se vuole parlare con il supporto tecnico di #CompagniaArancione per #Altracompagnia prema 3.
#Edhel: Ma che cambia tra l'uno ed il due? Vabbè, premo uno...
#VoceRegistrata: La preghiamo di attendere. Sarà messo in linea con un operatore il prima possibile.

Musica atroce che ti fa passare la voglia di vivere per circa cinque minuti.

#VoceRegistrata: Lei è in linea con l'operatore 1234
#Edhel: Pronto?

Tu-tu-tu-tu

Lo stronzo ha riagganciato.

In quel momento arriva a casa mia madre, e mi distrae dalle mie incombenze per aiutarla a scaricare la macchina.
Dopo una decina di minuti, con mio enorme stupore, il telefono fisso suona. Ohibò! Allora forse adesso funziona anche internet, ed era solo colpa mia che ero stato impaziente?

Corro al PC, e.... No, niente rete.

Richiamo l'assistenza clienti, stavolta dal fisso.

Secondo tentativo

#VoceRegistrata: Benvenuto al servizio clienti di #CompagniaArancione! Lei è proprio sicuro di voler chiamare il servizio clienti? Provi prima a staccare e riattaccare il cavo di rete, e se proprio vuole parlare con un operatore digiti 1.
#Edhel: Uno.
#VoceRegistrata: Se vuole parlare con il supporto tecnico di #CompagniaArancione prema 1, se vuole parlare con il supporto tecnico per problemi sui servizi di #CompagniaArancione prema 2, se vuole parlare con il supporto tecnico di #CompagniaArancione per #Altracompagnia prema 3.
#Edhel: Uno.
#VoceRegistrata: La preghiamo di attendere. Sarà messo in linea con un operatore il prima possibile.

Musica atroce che ti fa passare la voglia di vivere per circa cinque minuti.

#VoceRegistrata: Lei è in linea con l'operatore 5678.
#Edhel: Pronto?
#Operatore5678: Lei è in linea con l'assistenza clienti di #CompagniaArancione, come posso aiutarla?

Le spiego il problema, e se ne viene fuori con questa soluzione;

#Operatore5678: Allora, lei colleghi il computer al modem con un cavo, digiti 192.168.0.1, entri nel pannello di controllo del modem, e cambi questi valori.
#Edhel: 192.168.1.1, vorrà dire...
#Operatore5678: No, sono sicura, .0.1
#Edhel: Le dico che .0.1 mi da pagina inesistente, mentre .1.1 funziona. Comunque, ho cambiato i parametri che mi ha detto, ma continua a non funzionare... Cosa posso fare?
#Operatore5678: Provi ad aspettare qualche minuto. Grazie ed arrivederci!
#Edhel: Può attendere in linea, così se non funziona mi dice che altro fare?

Tu-tu-tu-tu-tu

Simpatia portami via, ma vabbè.
Aspetto un quarto d'ora, ed ancora internet non funziona, ma in compenso il modem fa un'allegra lucina rossa mai vista prima. Simpatica.

Richiamo l'assistenza clienti.

Terzo tentativo
#VoceRegistrata: Benvenuto al servizio clienti di #CompagniaArancione! Lei è proprio sicuro di voler chiamare il servizio clienti? Provi prima a staccare e riattaccare il cavo di rete, e se proprio vuole parlare con un operatore digiti 1.
#Edhel: Uno.
#VoceRegistrata: Se vuole parlare con il supporto tecnico di #CompagniaArancione prema 1, se vuole parlare con il supporto tecnico per problemi sui servizi di #CompagniaArancione prema 2, se vuole parlare con il supporto tecnico di #CompagniaArancione per #Altracompagnia prema 3.
#Edhel: Uno.
#VoceRegistrata: La preghiamo di attendere. Sarà messo in linea con un operatore il prima possibile.

Musica atroce che ti fa passare la voglia di vivere per circa cinque minuti.

#VoceRegistrata: Lei è in linea con l'operatore 1234. (Lo stesso stronzo che prima ha riattaccato)
#Edhel: Pronto?


Tu-tu-tu-tu-tu

Ma allora ce l'hai con me!

Richiamo.

Quarto tentativo

#VoceRegistrata: Benvenuto al servizio clienti di #CompagniaArancione! Lei è proprio sicuro di voler chiamare il servizio clienti? Provi prima a staccare e riattaccare il cavo di rete, e se proprio vuole parlare con un operatore digiti 1.
#Edhel: Uno.
#VoceRegistrata: Se vuole parlare con il supporto tecnico di #CompagniaArancione prema 1, se vuole parlare con il supporto tecnico per problemi sui servizi di #CompagniaArancione prema 2, se vuole parlare con il supporto tecnico di #CompagniaArancione per #Altracompagnia prema 3.
#Edhel: Uno.
#VoceRegistrata: La preghiamo di attendere. Sarà messo in linea con un operatore il prima possibile.

Musica atroce che ti fa passare la voglia di vivere per circa cinque minuti.

#VoceRegistrata: Lei è in linea con l'operatore 2468.
#Edhel: Pronto?
#Operatore2468: Lei è in linea con l'assistenza clienti di #CompagniaArancione, come posso aiutarla?

Gli spiego tutto nuovamente, e mentre lui arranca ed annaspa nel tentativo di trovare una soluzione io attendo. Ad un certo punto sento un disturbo nella linea, e subito dopo...

#Operatore1357: Lei è in linea con l'assistenza clienti di #CompagniaArancione, come posso aiutarla?
#Edhel: No, ma scusi... Io stavo parlando con #2468!
#Operatore1357: Non mi risulta, a me la sua chiamata è arrivata ora.
#Edhel: Sì, ma un attimo fa ero al telefono con un altro e stavo spiegando a lui... E vabbè, allora spiego a lei.

E parto a spiegare. Dopo un po' mi mette in attesa, e....

Tu-tu-tu-tu-tu

E ma vaffanculo allora!!

Richiamo per l'ennesima volta

Quinto tentativo

#VoceRegistrata: Benvenuto al servizio clienti di #CompagniaArancione! Lei è proprio sicuro di voler chiamare il servizio clienti? Provi prima a staccare e riattaccare il cavo di rete, e se proprio vuole parlare con un operatore digiti 1.
#Edhel: Uno.
#VoceRegistrata: Se vuole parlare con il supporto tecnico di #CompagniaArancione prema 1, se vuole parlare con il supporto tecnico per problemi sui servizi di #CompagniaArancione prema 2, se vuole parlare con il supporto tecnico di #CompagniaArancione per #Altracompagnia prema 3.
#Edhel: Uno.
#VoceRegistrata: La preghiamo di attendere. Sarà messo in linea con un operatore il prima possibile.

Musica atroce che ti fa passare la voglia di vivere per circa cinque minuti.

#VoceRegistrata: Lei è in linea con l'operatore 1234. (La stronza che prima ha riattaccato due volte!)
#Edhel: Pronto?
#Operatore1234: Sì?
#Edhel: Pronto? Oh, finalmente! Salve! Allora, il problema è [etcetcetc]
#Operatore1234: Allora, lei deve andare su www.aaa.com, e poi...
#Edhel: No, mi scusi... Ma io la chiamo perché non mi va internet, come faccio ad andare su di un sito?
#Operatore1234: (Scocciatissima) Se lei mi lasciasse finire, le avrei detto che andando su quell'indirizzo si collega, lei inserisce i suoi dati ed internet parte.
#Edhel: Oh, perfetto! Aspetti che ci provo, e.... No, non funziona.
#Operatore1234: Impossibile
#Edhel: Le dico che non funziona
#Operatore1234: Ha attaccato il PC al modem con il cavo di rete?
#Edhel: Sì
#Operatore1234: Ha aperto il browser ed inserito l'indirizzo giusto?
#Edhel: Sì, anche perché non era proprio difficile...
#Operatore1234: Riprovi
#Edhel: Non va
#Operatore1234: Impossibile.
#Edhel: Vabbè, ho capito... Senta, una sua collega mi ha detto di andare su 192.168.1.1 e modificare tal e tale parametro... Mi ha detto una cosa giusta oppure ho sbagliato?
#Operatore1234: Non lo so. Comunque a me non risulta.
#Edhel: Aspetti, provo a rimettere i valori com'erano originariamente.... No, nulla.
#Operatore1234: Impossibile. Ha sbagliato qualcosa. La invito a controllare meglio i parametri. Grazie per aver chiamato il servizio clienti di #CompagniaArancione.
#Edhel: Aspett...

Tu-tu-tu-tu

Guarda, spero ti passi una scarica elettrica nel telefono e che il differenziale non salti!

Sesto tentativo
Decido di fare un ultimo tentativo, e grazie a Dio trovo un operatore competente, che mi spiega che il problema è che l'aggancio della linea non è immediato, e ci vogliono un 24 ore perché il tutto funzioni correttamente, e di aspettare il giorno successivo verso le 16.00 e riprovare.
Casomai non funzionasse, richiamarlo.

Aveva ragione, ed oggi funziona... Però io il suo numero identificativo me lo sono segnato, giusto perché se in futuro dovessi ancora chiamarli almeno uno che sa di cosa parla lo becco al primo tentativo, e non dopo un'ora e mezza a farmi sbattere il telefono in faccia.

mercoledì 28 novembre 2012

Finisce così?

Ecco.
Queste sono le cose che mi fanno seriamente incazzare.

[Disclaimer: questo post sarà pieno di spoiler. Tanti, tanti spoiler su tanti, tanti finali, sia di libri che di film che di videogiochi. Leggetelo a vostro rischio e pericolo. Tenterò comunque di avvisare in anticipo di cosa sto parlando, così se volete saltare quella sezione sarà possibile]

(Spoiler: Ctrl+Alt+Del Comic)
Nella giornata di sabato 24 Novembre 2012, Tim Buckley ha chiuso il suo webcomic, Ctrl+Alt+Del.
Lo seguivo da poco, un mesetto (Maledetta tu sia Mika Ela per avermelo fatto conoscere in un momento del genere!), tanto che in diretta ho seguito solamente l'ultimo arco, ma avevo già fatto in tempo ad affezionarmi a tutti i personaggi, tanto che era diventato forse il webcomic di cui più aspettavo la pubblicazione.
Ed ora TIm Buckley lo ha terminato.
Chiariamoci, il problema non è tanto il fatto che l'abbia terminato. Dopotutto ognuno ha il diritto di fare quello che vuole con le sue opere, ma la cosa che mi ha veramente fatto incazzare è il come.

Così. Dal nulla. Nessuno se lo aspettava, nessuno ci credeva, e probabilmente nessuno ha capito cosa è successo.
Un finale aperto. Alla inception.
Cosa è successo al personaggio principale, alla fine? Boh..
E alla sua ragazza? E chi lo sa?
E al coprotagonista? Ma perché lo chiedi a me?
E a tutti gli altri personaggi? Space magic!

Non so voi, ma a me questo ricorda qualcosa. (Spoiler: Mass Effect 3)
E questo qualcosa è stata causa di quella che è stata forse la mia più grande crisi di fanboyismo in vita mia (Sì, ho creato twitter solo per stalkerare la Bioware. Sì, ho guardato ore e ore di filmati su improbabili teorie del complotto. Sì, ho scritto pagine e pagine di opinioni ed ipotesi sul forum ufficiale. Sì, ho passato circa due settimane sul Social Bioware sperando in una smentita), che mi ha portato ad odiare quella che prima era la mia casa di videogiochi preferita.

Ma facciamo un passo indietro.
Magari qualcuno si sta chiedendo come sia possibile incazzarsi in modo tale per la fine di un videogioco. Posso darvi ragione.
Il problema è che, ormai, Mass Effect non era più un videogioco.
Non dopo una campagna che -tra l'1 ed il 3- contava su una storia di 90 ore circa, di cui una buona metà composta da dialoghi, filmati e scelte.
Immaginate di leggere una serie di libri. Una serie lunghissima, 10 libri da 900 pagine l'uno. Ed immaginate che sia scritta benissimo, con dei personaggi fantastici. Vi prende da morire, aspettate con ansia l'uscita del prossimo libro, e quando siete a 50 pagine dalla fine... Puff, finale aperto.
Che non spiega nulla, non ti dice che fine fanno i personaggi a cui tanto ti eri affezionato, il mondo che ti faceva impazzire.
Come vi sentireste?

E, per tornare al discorso iniziale, una valanga di internet rage si è abbattuta su Tim Buckley, di fan furibondi, furiosi, feriti ed incazzati neri, che ha risposto con due post in cui diceva poco o nulla (Ricorda nulla?), e sull'onda di questi feedback dei fans, ha deciso di scrivere un ulteriore scena, una sorta di epilogo, in cui rispondere ad alcune delle domande che i fan gli avevano posto.
Un epilogo che non ha soddisfatto granché nessuno, dato che si è limitato ad aggiungere qualcosa ad un finale che già di per sé non era piaciuto a nessuno.
Ma solo io ho un deja-vù?

(Spoiler: Inception, Shutter Island)
Quello che intendo è... Nessun problema con i finali aperti, per carità. Inception (Sempre per tornare al discorso di prima) mi è piaciuto un sacco, ed il finale è perfetto per un film del genere, così come Shutter Island. Un finale che ti lascia il dubbio come "Ma... Qual è la verità?".
Ci sta, va benissimo su un film di 2 ore/2 ore e mezza.
Ma non puoi tu, autore, farmi un finale aperto, in cui non dai closure ai personaggi, dopo 90 ore di gioco, o 10 anni di fumetto.
Non esiste.

Non è un film, con durata limitata, in cui gli spettatori non fanno in tempo ad affezionarsi ai personaggi, in cui puoi semplicemente lasciarli in sospeso e via verso un nuovo progetto.
Vi immaginate cosa sarebbe successo se la Rowling avesse lasciato il finale di Harry Potter sospeso?
(Spoiler: Harry Potter)
Pensate se un lettore, finendo di leggere "Harry Potter e i Doni della Morte" non riuscisse a capire se Harry ha sconfitto Voldemort o no.
Pensate se la Rowling si fosse fermata alla scena con Silente in quella specie di morte/coscienza. Magari Harry chiacchierava col suo ex-professore, apriva gli occhi, e...

Titoli di coda.

Penso ci sarebbe stata una sommossa popolare.
(Anche se forse visto il finale cheesy come pochi, e quell'atroce "17 anni dopo" non sarebbe stata una cattiva idea...).

(Spoiler: Queste oscure materie (La bussola d'oro, La lama sottile, Il canocchiale d'ambra), Final Fantasy X)

Non pretendo per forza l'happy ending. Un finale che da piccolo mi ha fatto piangere da morire è quello della serie "Queste Oscure Materie", di Philip Pullman.
Nel finale della trilogia, i due protagonisti, che dopo infinite peripezie e molti dolori avevano finalmente scoperto di essere innamorati l'uno dell'altra, scoprivano che non sarebbero mai potuti stare insieme, perché appartenenti a due dimensioni diverse, e non solo la loro unione sarebbe stata impossibile, ma non avrebbero mai più potuto nemmeno vedersi, perché ognuno sarebbe tornato alla sua dimensione.
Giuro che avevo odiato Pullman.
Ma questo non lo rende un brutto finale, anzi. Il finale era stupendo.

Anche Final Fantasy X aveva un finale tutt'altro che felice. Il protagonista si scopriva essere solamente un sogno generato dalla ragazza, e quando finalmente riescono a salvare il mondo, lui scompare, perché l'energia vitale che teneva in vita il mostro che ogni dieci anni tornava a radere al suolo il pianeta era la stessa che legava lui a questa dimensione.
Ed in una scena strappalacrime i due protagonisti si abbracciano un'ultima volta in cima all'aeronave, mentre lui diventa trasparente, e lei piange disperata mentre lo guarda scomparire nel nulla, la Square-Enix è stata in grado di far commuovere migliaia di giocatori.
Non era un finale felice.
Ma era un finale della madonna.

Per questo io mi chiedo: è così difficile scrivere un bel finale?
Non è una parte poco importante di un'opera, secondo me... Anzi! Spesso un brutto finale (O un finale di merda, come nel caso di Mass Effect 3. Scusate se continuo a citarlo, ma mi è rimasto qua) è in grado di inficiare tutto il valore dell'opera in sé.
Sapete quanti giocatori non hanno più preso in mano un gioco Bioware dopo la débacle "RBG endings" di Mass Effect?
E, credetemi, il gioco in sé era bellissimo. Una storia stupenda che riprendeva perfettamente i due predecessori.
Peccato essere completamente e totalmente rovinata dal finale, tanto da far passare la voglia di riprenderlo in mano a moltissima gente (il sottoscritto compreso, che avrà giocato i primi due un 4-5 volte).

(Spoiler: Il Signore degli Anelli)
Io penso sempre a quello che per me è uno dei finali più belli della storia della letteratura:

"He drew a deep breath. 'Well, I'm back' he said."

(Scusate se metto l'originale, ma non trovo la versione italiana del libro, e non me lo ricordo a memoria.)

Tolkien.
Il Signore degli Anelli.

Un finale tanto semplice quanto perfettamente incastonato nell'opera grandiosa di cui è epilogo.
Sam che, dopo aver dato l'addio a Frodo, Gandalf, Elrond, Galadriel e tutti gli elfi, che stanno abbandonando definitivamente la Terra di Mezzo, torna a casa dalla moglie, e tra un sospiro di rimpianto  ed un sorriso di gioia annuncia il suo ritorno.


Beh, a rileggerlo gli spoiler non sono così tanti, dai... E la maggior parte sono spoiler per modo di dire, perché, su... Chi non ha letto o visto Harry Potter od il Signore degli Anelli?

Finalmente sono tornato a scrivere su blogger! Adesso devo mettermi a sfruttare la programmazione, così se in futuro mi dovesse accadere nuovamente un periodo del genere almeno il blog non morirebbe...

E ne approfitto per farmi gli auguri di compleanno, dato che oggi invecchio, e compio 23 anni!

martedì 20 novembre 2012

Non sono morto!

Scusate se è qualche giorno che non mi faccio vivo, ma è un periodo piuttosto pieno, ed almeno fino a sabato non credo di aver tempo per postare, senza contare che la mia linea internet va dieci minuti sì e cinquanta no...

Spero di poter riprendere a postare al più presto ;-)

lunedì 12 novembre 2012

Eh, questi albionici

Nello stage che sto facendo ho due referenti, #Boss e #ProjectManager, che sono rispettivamente il capo dell'ufficio in cui lavoro, e la persona a cui devo fare rapporto, ed il direttore dell'area aziendale su cui sto lavorando.
Mercoledì #Boss prende e va in non so quale filiale estera, e fino a venerdì non sarà in ufficio. Questo è un problema, dato che il suo ufficio è proprio accanto al mio, e che se ho qualche problema in un attimo sono da lui.
#ProjectManager, invece è al piano di sotto, teoricamente a trenta secondi, ma in pratica non è mai in ufficio.
Lunedì l'ho visto trenta secondi, e martedì ha passato la giornata in riunione, per finire alle 5. Mercoledì era in visita da dei clienti, e finalmente giovedì riesco a pescarlo (Tra l'altro all'ora di pranzo).

#ProjectManager mi sembra abbastanza in gamba (Per quel che ne so io dopo averlo visto per 4 giorni) e molto disponibile. Ha un unico, piccolissimo difetto.
Parla. Ma tanto. La classica persona che per dirti un concetto da 5 minuti ce ne impiega 30.
Ero riuscito a pescarlo martedì alle 5 (Io esco alle 5.30) e mi aveva tenuto lì un'ora e mezza.
Alle 12.15 dico a #Collega (Il tizio con cui condivido l'ufficio. So che tecnicamente non è un collega, ma chiamarlo #Tizioconcuicondividolufficio suona male, e quindi mi prendo questa libertà poetica) "Vado da #ProjectManager. Se per l'una (Ora in cui andiamo in mensa) non sono tornato vieni a salvarmi" e mi avvio.

Lo trovo in ufficio (Miracolo n°1) ed incredibilmente non è al telefono con fornitori/clienti (Miracolo n°2) e gli spiego a che punto sono, chiedendo lumi su quello che avrei dovuto fare in seguito.
Lui mi spiega tutto (Divagando tanto e spesso), e ad un certo punto mi consiglia un sito.
Per farmi capire bene che sito è si collega, e comincia a girarlo (Mentre parla da solo "Toh, ma è proprio bello 'sto sito!" "Ma guarda tu quante cose utili!")

Ad un certo punto vede una lista di nomi. La conversazione è la seguente.

#ProjectManager: Toh, #Tizioinglese! Io questo lo conosco!
#Edhel: Beh, potrei provare a contattarlo allora, per avere informazioni utili, e...
#ProjectManager: Sì, mi sembra una buona idea, posso provvedere io, e... [Intanto clicca sul profilo di questa persona. (No, non era facebook, e nemmeno Linkedin)] Vah! Guarda che faccia da culo!
#Edhel: ...
#ProjectManager: No, questo è davvero in gamba, però ha davvero la faccia da culo, guarda questa foto!
#Edhel: (Cercando di fare lo spiritoso) Beh, è inglese.
#ProjectManager: Beh, anche io lo sono, ho la cittadinanza.
#Edhel: Ma ti chiami #Nomeitaliano #Cognome italiano!
#ProjectManager: Sì, mio padre è italiano, ma mia madre è inglese, io sono nato lì!
#Edhel: ...
#ProjectManager: Non si direbbe?
#Edhel: No... Non proprio... E vabbè, ho fatto la mia figura giornaliera
#ProjectManager: No, non preoccuparti, tanto non mi sento né inglese né italiano!

E la conversazione è andata avanti per altri lidi fino all'una, quando si è accorto che doveva andare a mangiare e mi ha lasciato andare (E c'era sulle scale #Collega che spero stesse venendo a salvarmi comunque).

Andando avanti così tempo due settimane e darò del vecchietto all'AD dell'azienda per sbaglio....

venerdì 9 novembre 2012

E si inizia!

Oggi ho fatto il mio primo giorni di stage.
A parte che per l'ansia sono partito prestissimo e sono arrivato lì con mezz'ora di anticipo, per il resto tutto bene. Il lavoro che devo fare sembra interessante, i colleghi simpatici, e la mensa non è nemmeno troppo male.
Un po' di cose che sono successe:

1) L'informatico dell'azienda sembrava quasi commosso quando ho detto "Quindi salvo tutto su Q:/ e non in locale, giusto?", dimostrando di sapere la differenza tra C:/ e altro. Mi chiedo quale sia il livello medio dell'azienda.

2) Non sono più in grado di usare Windows XP. Il 7 mi ha traviato.

3) Sono passato sedici volte davanti al bagno senza vederlo. Ed è a due metri dall'ufficio dove sono. Quando l'ho chiesto al collega me l'ha gentilmente indicato, ma sono sicuro che abbia pensato fossi scemo.

4) Nonostante mi avessero fatto vedere la sua posizione, non trovavo più la macchinetta del caffè. Ho chiesto, e magicamente è apparsa dove avevo già guardato tre volte. Il collega che passava di lì deve aver pensato fossi scemo.

5) Quando ho finito, mi sono alzato, ho spento il PC, preso tutto... Ma non trovavo più l'interruttore per spegnere la luce. Ho cercato per cinque minuti, poi ho chiesto.
Era accanto alla porta. L'avevo anche visto e premuto, ma le luci non si erano spente. La collega a cui ho chiesto (Che passava di lì, stava uscendo anche lei) deve aver pensato fossi scemo.

6) Giunto al parcheggio non trovavo più la macchina. Mi ero dimenticato che nella pausa pranzo l'avevo spostata perché l'avevo parcheggiata in mezzo alle balle (Ma a mia discolpa lì vige il parcheggio selvaggio. Macchine in tripla e quadrupla fila che è un piacere.)

Ed è solo il primo giorno....

martedì 6 novembre 2012

Recensione: Teatroelementale - In Tormentata Quiete

"Il teatro non può morire. Forma della vita stessa, tutti ne siamo attori; e aboliti o abbandonati i teatri, il teatro seguirebbe nella vita, insopprimibile; e sarebbe sempre spettacolo la natura stessa delle cose. Parlare di morte del teatro in un tempo come il nostro così pieno di contrasti e dunque così ricco di materia drammatica, tra tanto fermento di passioni e succedersi di casi che sommuovono l'intera vita dei popoli, urto d'eventi e instabilità di situazioni e il bisogno sempre più da tutti avvertito d'affermare alla fine qualche certezza nuova in mezzo ad un così angoscioso ondeggiare di dubbi, è veramente un non senso."
Luigi Pirandello


Teatroelementale è un album del 2009 degli italiani In Tormentata Quiete, secondo full-lenght del gruppo di Bologna, nato da un'idea di Antonio Ricco (tastiere) e Lorenzo Rinaldi (chitarra) nel lontano 1998, ma che ha pubblicato il primo disco, l'omonimo In Tormentata Quiete solo nel 2005.
Avviso già che gli ITQ non sono un gruppo grosso, anzi. Non hanno pagina di wikipedia, non fanno grossi concerti e sono conosciuti da veramente poca gente, e questo mi sembra un motivo in più per parlarne, dato che ritengo Teatroelementale uno degli album migliori che abbia ascoltato, e che apprezzo moltissimo gli ITQ, sia musicalmente che come persone, avendo avuto la fortuna di incontrarli di persona ad un loro concerto.
Il gruppo è formato, oltre dai già citai Ricco e Rinaldi, da due cantanti, Giovanni Notarangelo per la voce pulita e Marco Vitale per scream e growl, Maurizio D'Apote al basso e Francesco Paparella alla batteria.
La loro musica è particolare. Se il primo album rientrava in canoni folk-black (Ma neppure tanto, secondo me), ora sono definibili avantgarde metal, che di per sé non è un genere definito, ma questo fa capire quanto questo gruppo sia difficile da inquadrare.
Ma veniamo all'album.


















Come già detto, Teatroelementale è uscito nel 2009, e si presenta come l'opera della maturità dopo il bellissimo album precedente.
Bisogna subito sottolineare come la produzione sia stata fatta in maniera fantastica. Il suono è nitido e pulito in ogni singolo istante dell'album, e permette così di godersi appieno questo capolavoro.
L'album è un mezzo concept.
Nel senso che non ha una storia vera e propria, ma si tratta praticamente di un dialogo tra l'uomo ed il non uomo Pirandelliano, tanto che tra ogni canzone c'è un monologo dell'uomo, che parla con la sua coscienza/conoscenza, partendo dalla fase di "negazione", fino ad accettare sé stesso e decidere di vivere veramente.
L'album si apre con il Discorso sul Teatro Drammatico di Luigi Pirandello (Metto il link ma spero non serva a nessuno), recitato e leggermente distorto, come se provenisse da una vecchia radio.
All'improvviso, appena lo spezzone di Pirandello finisce, una voce pronuncia "Sipario", come se l'album fosse un'opera teatrale, ed inizia con L'Alchimista questo viaggio nell'io.
La prima traccia ci fa capire subito cosa ci aspetta: canzoni complesse, con le bellissime tastiere di Ricco a disegnare un tappeto di note, su cui le due voci di Notarangelo e Vitale (Stupendo il suo scream) si intrecciano, con l'aggiunta in alcune tracce di una terza voce, la guest star Edera, che con la sua bellissima voce permette al gruppo bolognese di creare cori a tre voci diverse (pulito, scream e femminile) che in un primo momento possono sembrare confusi, ma una volta capito il pezzo, stupendi.
La musica è a tratti aggressiva, in stile black, senza essere però pesante, con spezzoni di finta tranquillità, stacchi di puro prog e ritornelli quasi pop italiano, a ricalcare il tumulto interno dell'essere umano, combattuto tra uomo e non uomo.
L'album è un crescendo continuo di bellezza, e sarebbe ingiusto citare una sola canzone per non fare un torto alle altre, ma se devo segnalarne una, la mia preferita è Le Illusioni del Vento, con al centro un'ode alla luna commuovente, sia musicalmente che a livello di testo.

"Lo senti, o Luna, il pianto del mare
Ogni volta che tu splendi lui alza la sua mano per
toccare il tuo volto, donare il suo cuore
Ma piangendo ti allontani, gridando il suo dolore"

Altra cosa da segnalare, i testi sono stupendi. Mai banali, a tratti un po' criptici, solenni, ma sembra che ogni parola sia stata studiata per stare al posto giusto.
Ricco (Compositore di tutti i testi) ha un vocabolario ricco (scusate il gioco di parole) e perfettamente adeguato al tono teatrale dell'album.
Notarangelo è perfetto nel suo quasi recitare le parti in pulito, mentre Vitale possiede uno scream ed un growl aggressivissimi, perfetti nel rendere la rabbia dell'uomo soffocato dal non uomo.
Da segnalare, inoltre, il bellissimo sassofono che in alcune canzoni accompagna la musica, un tocco di genio, che da un di più all'album.
Lo consiglio assolutamente.
Benché ai primi ascolti forse può lasciare un po' spiazzati, appena lo si comprende (Non è difficile come può sembrare ad un primo approccio) se si amano le sonorità italiane ed il metal non si può non innamorarsi di questo album.
Si sente la passione per la musica di questi ragazzi bolognesi, che hanno messo tutti loro stessi in questo album, sfornando un capolavoro assoluto, che per via della poca notorietà del Metal in Italia, e del genere di nicchia in cui suonano (Avantgarde) non gli ha dato il successo che meritano.

Un album splendido, dall'introduzione fino al bellissimo Epilogo, così come splendido era il suo predecessore.

[Piccolo aneddoto OT: quando c'è stato un loro concerto a circa un'ora da dove abito io me ne ero completamente dimenticato, ed avevo invitato #Morosa (che però allora non era tale) ad uscire... E considerate che quella era la prima volta che uscivamo. Grosso dubbio... ITQ o #Morosa? Alla fine sono riuscito a portarmela dietro al concerto, e lei pur non ascoltando Metal si è anche divertita! Mi sono salvato in corner :P]

sabato 3 novembre 2012

Pasta e....

Edhel e #AmicoE in cucina possono essere pericolosi.
Molto, molto pericolosi.
Perché se gli mettete davanti un frigorifero pieno, e gli dite la frase "Guarda, usate pure quello che volete che domani torniamo a casa e non abbiamo spazio per tutto" significano guai.

Ma facciamo un salto indietro.

L'estate scorsa ero in montagna, con la mia famiglia ed, appunto, #AmicoE, durante il periodo di agosto per preparare con calma gli esami a Settembre.
Inoltre, nello stesso paese, molto vicino a noi, ha la casa anche una famiglia di amici dei miei genitori, la cui figlia, #AmicaG, è una mia carissima amica.
Una delle ultime sere, i miei genitori ed i genitori di #AmicaG decidono di uscire a cena, mentre noi ragazzi ci mettiamo d'accordo per una cena a casa nostra con me ed #AmicoE ai fornelli.
Il piano era che #AmicaG e suo #FratellodiG sarebbero dovuti arrivare e trovare tutto già pronto, ma chiaramente quando suona il citofono abbiamo appena messo l'acqua a bollire. E sappiate che in montagna bolle molto più lentamente.

Dopo aver ricevuto la nostra razione di insulti da #AmicaG e fratello perché avevano fame ci mettiamo finalmente d'impegno...

Edhel: Ma allora, con cosa la facciamo la pasta?
#AmicoE: Allora, guardando nel frigorifero, io suggerirei di riprovare la pasta tonno, ricotta e sugo, l'ultima volta era uscita bene!
Edhel: Okay, ma dobbiamo fare il sugo, e abbiamo finito la passata...
#AmicoE: Ma come abbiamo finito la passata?
#AmicaG: Se me lo dicevate la portavo io...
#AmicoE: Ma guarda che qui c'è un barattolo di sugo pronto!
Edhel: No, quello è sugo di #Paeseligure, non possiamo usarlo noi.
#AmicoE: Ma quindi facciamo solo ricotta e tonno? Mi sembra un po' povera...
#AmicaG: Se me lo dicevate portavo un sugo...
Edhel: Aspetta, vedo cosa c'è ancora nel frigo...
#AmicoE: ...
Edhel: ...
#AmicoE: Hai avuto la stessa idea che ho avuto io?
Edhel:
#AmicaG: Ho paura
Edhel: [Sorriso a 42 denti]
#AmicaG: Adesso è terrore.
#AmicoE: Pasta ai formaggi!!!!!

Praticamente ci eravamo accorti che nel frigorifero erano rimasti un sacco di formaggi vari, e sapevamo che i miei sarebbero andati a rifornirsi prima di tornare a casa perché i formaggi del paese dove eravamo sono fantastici.
Quindi quelli non sarebbero stati da riportare a casa, e potevamo usarne quanti ne volevamo.

Sotto gli occhi inorriditi di #AmicaG, #FratellodiG e #FratelloP (mio), abbiamo cominciato a togliere dal frigorifero una decina di formaggi diversi e a scegliere quali avremmo usato per la pasta.

Una mezz'oretta dopo, quando la pasta era stata cotta, è iniziata la preparazione del sugo.

Edhel: Okay, vai con lo zola!
Un bel pezzo di zola buttato nel pentolone (#AmicoE quando mette un qualsiasi condimento sulla pasta, la rimette nella pentola dopo averla scolata, e poi mette anche il condimento nella pentola, perché dice che così si scalda ed è meglio).
#AmicoE Arriva il formai de mutt!
TANTO formai de mutt grattuggiato buttato nel mischiotto.
Edhel: Bon, ora butta il taleggio!
E ci butta dentro un bel pezzo di taleggio. Nel frattempo io ero lì con il mestolo che giravo pasta e formaggi per disperdere bene.
#AmicoE: Il grana?
Edhel No, quello se lo mette sopra chi ha voglia...
#AmicoE: Okay. Vado con quello che non abbiamo ancora capito cos'è ma sembra buono!
E lo butta.
Edhel: Mmm...
#AmicoE: Che c'è?
Edhel: Si sta solidificando.. Non riesco più a mestolare...
#AmicaG: Ordino una pizza?
#AmicoE: Aspetta, ci metto un po' di olio!
Edhel: Non basta!
#AmicoE: Allora abbondo!
Edhel: Va già meglio!
Giuro che avrà buttato un 25 cl di olio per evitare la calcificazione della nostra pasta. Ma alla fine è tornata ad avere una consistenza decente.

Dopo aver aggiunto ancora un paio di formaggi (ed ovviamente messo il grana sopra), lo abbiamo servito.
E nonostante le apparenze (Sembrava che un grumo colloso avesse attaccato le penne) era veramente buona! L'unico che si è rifiutato di mangiarlo è stato #FratelloP, che ha preferito farsi una pasta in bianco con il burro...

Bastava non pensare che una singola penna aveva le stesse kcal di un Big Mac.

giovedì 1 novembre 2012

Dato che siamo in periodo...


...di Lucca Comix, voglio raccontare un aneddoto accaduto un paio di anni fa, mentre mi dirigevo a questa famosa fiera.
Ogni anno, da cinque anni a questa parte (Ma questo no, porca miseria -.-), il periodo intorno al 1 Novembre è off-limits: non ci sono per nessuno perché vado al Lucca Comix&Games, assieme ad un gruppo di amici provenienti da tutta Italia conosciuti su un forum.
Con questo gruppo di amici, ogni anno prenotiamo il solito hotel a Pisa (Prenotare a Lucca è improponibile, bisogna muoversi a gennaio!), e ogni anno passiamo cinque giorni piacevolissimi, sia per la fiera che per la compagnia.
Visto che una di queste persone è di Milano, ogni anno mi faccio trovare in stazione centrale, prendendo   il treno da #Paeseadaltezzavariabile, per poi fare il viaggio insieme, visto che comunque Milano-Pisa è   lunghetta come strada, e che noi prendiamo ogni anno l'intercity che fa il giro di mezzo nord Italia e che ci mette ore e ore per risparmiare.

Giorno X-1
#Edhel: Okay, io allora parto a quest'ora, sarò in Centrale alle 8.00, che il nostro treno è alle 8.20, okay? Hai già preso i biglietti, no?
#AmicoS: Sì, sì, già preso tutto... Ma non arrivi un po' tardi?
#Edhel: Ma come tardi?
#AmicoS: Eh, hai solo venti minuti di margine...
#Edhel: Ecchecazzo! Mica arrivo da Roma!
#AmicoS: Si vede che non sei pendolare... Vabbè, ci vediamo domani.

Giorno X
#Edhel: (SMS) Ho preso il treno, ti avviso quando sono quasi a Milano così ci troviamo
#AmisoS (SMS) Okay

#Edhel (SMS) Okay, sono a Lambrate e siamo in perfetto orario! Tu sei già in Centrale?
#AmicoS (SMS) Sì, ti aspetto.

Ma dopo 10 minuti il treno è ancora fermo a Lambrate. Da #AmicoS mi sono già arrivati un paio di solleciti del tipo "Oh, ma dove sei?" e "Guarda che io parto!"
Blocco il controllore, gli chiedo quando ripartiremo, dato che avrei una coincidenza da prendere, e mi risponde che stavamo aspettando transitasse un treno in uscita, e poi ci saremmo mossi, questione di minuti.

#Edhel: (SMS) Un paio di minuti e partiamo. Tu dove sei?
#AmicoS: (SMS) Io sono già davanti all'altro treno che tra dieci minuti parte. Banchina 17.

Dopo cinque minuti ancora siamo fermi.

#Edhel: Scusi, #Controllore, ma qui ci muoviamo?
#Controllore: Sì, tra un minuto, il treno sta arrivando.

Ed infatti dopo un sessanta secondi ci rimettiamo in moto.

#Edhel: (SMS) Siamo ripartiti. Tre minuti e ci siamo
#AmicoS: (SMS) Quando arrivi corri, stiamo per partire.

Dopo l'eterno avvicinamento a Milano Centrale (Chi c'è mai andato sa cosa intendo) finalmente il treno si ferma. Io sono davanti alla porta, pronto a scattare, e noto che il treno sulla banchina di fronte alla mia è partito nello stesso istante in cui ci siamo fermati.
Appena si sbloccano le porte salto giù, guardo che banchina siamo, e...
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Guardo la banchina di fronte, con il treno in movimento, e....
17

#AmicoS: (SMS) Oh, noi siamo partiti in questo istante...
#Edhel: (SMS) Lo so, vi ho visti.

Risultato: grazie a trenitalia (Volutamente minuscolo) ho perso il treno, e quindi anche i soldi del biglietto (Che #AmicoS aveva fatto e che, ovviamente, ho dovuto ridargli).
Ma la cosa divertente è stata che dalle 8.20 alle 14.30, gli unici treni che andavano a Pisa erano FRECCIAROSSA!
Non so se avete presente quanto costa un frecciarossa.... Ma tanto!
Però era l'unico treno disponibile, e quindi ho dovuto prendere un frecciarossa da Milano fino a Firenze, e da lì un regionale fino a Pisa.
Prendo il mio frecciarossa alle 8.45, e appena salgo, guardo il biglietto, e scopro che il "posto non è garantito".
Tradotto: già costa tanto, e quindi lo carichiamo come un carro bestiame, e dopo che finiscono i posti continuiamo a caricarlo, tanto voi siete stronzi a darci i vostri soldi".
Ho dovuto farmi il viaggio sdraiato sul portabagagli. Non avete idea del mal di schiena.
E la cosa divertente è stata che il "Treno più veloce d'Italia" è rimasto fermo più di UN'ORA a Bologna (credo)!
Facendomi perdere la coincidenza a Firenze, e quindi ho dovuto aspettare quella dopo!
Tra l'altro, sento due signore imbufalite dire che se il frecciarossa fa più di un'ora di ritardo puoi chiedere il rimborso del biglietto.
Magnifico! Dato che ho tempo da perdere a Firenze vado a chiederlo.
Mi dicono che il rimborso è solo di metà del biglietto, e che devo richiederlo 30 giorni dopo l'arrivo del treno perché devono registrarlo nei database in ritardo...
Eh???
Ma scusate, se sono arrivato adesso,e sul tabellone c'è scritto "In ritardo di 80 minuti", sarà in ritardo, no?
Vabbè... Tra l'alto è una fregatura, perché non ti ridanno i soldi, ti danno solamente un buono per prendere biglietti del valore di metà del biglietto frecciarossa.

Comunque, dopo una lunga attesa prendo il treno per Pisa, che si fa anche lui i suoi 20 minuti di ritardo tanto per simpatia.
Risultato: sono arrivato a Pisa DOPO il mio amico con l'intercity (Che ricordo, fa un giro lunghissimo ed assurdo) che è partito 25 minuti prima di me, nonostante abbia usato il treno ad altà velocità.

Grazie, trenitalia.
Vi odio ora come allora!

lunedì 29 ottobre 2012

Tanto mi piace guidare...

A breve, dovrò iniziare uno stage in #Azienda, che si trova ad una quarantina di chilometri da casa mia. Niente di grave, alla fine la strada è semplice e non dovrebbe essere trafficata, e fortunatamente ho a disposizione una macchina, quindi fin lì tutto a posto.
Lo stage è curricolare, quindi passa attraverso l'università, e deve essere approvato dalla mia relatrice di laurea, che ha la simpatica tendenza ad essere precisa e pignola in maniera allucinante, ma che fino all'anno scorso non si è mai occupata direttamente degli stage, dirottando sui tutor questo gravoso compito, salvo poi vedersi abbandonare da un buon numero di tutor, e decidere quindi di accentrare le funzioni.

Qualche giorno fa
#Edhel e-mail: Gentile #Relatrice, la informo che a breve inizierò lo stage in #Azienda, occupandomi di #Progetto così come concordato qualche mese fa.
#Relatrice e-mail: Va bene, mi faccia sapere dopo un colloquio quale sarà l'obiettivo dello stage e quali funzioni svolgerà.

Qualche giorno dopo
Vado a #Paesea40km, per parlare con l'azienda e definire bene quale sarà il mio compito e quali gli obiettivi. Parlo con il responsabile dell'area aziendale nella quale dovrò lavorare, gentilissimo, e con la responsabile personale, gentilissima pure lei. Definiamo quale sarà il mio compito, e su cosa dovrò lavorare.

La sera
#Edhel e-mail: Gentile #Relatrice, ho parlato con #Azienda, lavorerò su #Progetto, gli obiettivi saranno A, B, e C, ed il mio lavoro sarà E, F ed G.
#Relatrice e-mail: Mi scriva quali sono ESATTAMENTE gli obiettivi ed il suo lavoro, così non perdiamo tempo, e venga a colloquio da me giovedì prossimo.
#Edhel e-mail: Gli obiettivi e le funzioni sono nell'email precedente. Vanno bene? Così porto già i documenti da firmare

Silenzio di tomba.
???
Vabbè...
Nella nostra università, in caso di stage curricolari bisogna consegnare tutto firmato nell'ufficio tirocini una settimana prima dell'inizio dello stage, per assicurazione, varie ed eventuali.
Il mio piano era:

  1. Giovedì: Vado da #Relatrice, le faccio firmare i documenti
  2. Venerdì: Vado da #Azienda e gli faccio firmare i documenti
  3. Lunedì: Vado in Università e deposito tutto all'ufficio tirocini (Venerdì pomeriggio è chiuso -.-)
  4. Martedì-Domenica: ??. Vabbè, lavorerò sulla tesi.
  5. Lunedì successivo: Profit!! Ah, no...Inizio stage
Giovedì
Vado dalla relatrice. A parte il fatto che i colloqui erano alle 4, e lei arriva alle 4.30. A parte il fatto che arriva chiacchierando con un collega, e che fa entrare il primo studente alle 4.45, e a parte il fatto che visto che eravamo in metà di mille sono entrato alle 5.30...

#Edhel: Quindi questi sono i documenti da firmare, così li porto in azienda...
#Relatrice: Eh, ma non sono segnalati bene obiettivi e funzioni...
#Edhel: Scusi, ma glieli ho mandati per mail, lei non mi ha più fatto sapere nulla, pensavo andassero bene!
#Relatrice: Ma vede, lei nel progetto ha scritto che farà #Progetto, quando invece si occuperà solo di A, B e C...
#Edhel: Sì, ma infatti è segnalato che non mi occuperò anche della parte di bilancio e gestione, ma principalmente sull'analisi di mercato/concorrenti finalizzati all'estero, anche perché non credo che un'azienda prenda uno stagista a fare le strategie, no?
#Relatrice: Eh, ma qui c'è scritto #Progetto, e #Progetto contiene anche tutte le aree di competenza di bilancio, gestione e strategia.
#Edhel: Lo so, però le ho anche detto via mail che io mi sarei occupato solo dell'altra parte, ma lo scopo finale è #Progetto, e che quindi le parti non di mia competenza mi saranno fornite dall'azienda!
#Relatrice: Ma allora perché hai scritto che farai #Progetto?
#Edhel: Perché alla fine io farò #Progetto! Alla tesi porterò #Progetto! Solo che una parte di esso mi verrà data già fatta dall'azienda (#Progetto è diviso in quattro parti, A, B, C e D) mentre delle altre mi occuperò io.
#Relatrice: Beh, allora segni che si occuperà solo di A, B e C in funzione di #Progetto.
#Edhel: Ma è quello che c'è scritto!
#Relatrice: No, è segnalato male, deve rifare tutto...
#Edhel: Sì, ma professoressa, così io domani non posso andare da #Azienda a far firmare tutto, devo aspettare giovedì prossimo per vedere se a lei va bene... Così mi slitta tutto di due settimane, perché poi c'è il ponte! (Pensiero: Mi dovrei anche laureare io, prima o poi, sa?).
#Relatrice: Mi scriva per mail così le dico se va bene.
#Edhel: (Pensa: Ma se non la leggi mai!!!) Va bene, arrivederci.

Stamattina
E io ovviamente sono dovuto lo stesso andare da #Azienda a #Paesea40km, perché purtroppo la persona con cui dovevo incontrarmi era in riunione, e quindi non potevo chiederle per telefono se a lei stava bene rimandare a quando avrei avuto la documentazione firmata e di preparare il progetto come lo voleva #Relatrice via mail.
Quindi vado, mi faccio i miei allegri 40 chilometri (Anche se c'era un bel sole, ieri mi è arrivato un CD che aspettavo e quindi me li sono fatti anche volentieri, confesso) e quando arrivo, ovviamente, mi dicono che in effetti potevamo anche discuterne per telefono, ma vabbè, almeno mi fanno la fotocopia della carta d'identità.
Discutiamo il progetto, e adesso devo aspettare che mi mandino per mail la definizione precisa (Anche per loro la mia professoressa esagera), devo girarla a #Relatrice, aspettare che mi confermi, portarglielo, portarlo ad #Azienda e forse forse potrò iniziare 'sto minchia di stage.
E dire che sono due settimane che faccio su e giù da #Paesea40km ed avanti e indietro dall'università.

Fottuta burocrazia.